Dieci anni delle Officine Solimano: tutti gli appuntamenti al Nuovofilmstudio sono a ingresso libero 9 cortometraggi vincitori del premio Zavattini Il concorso per il premio Zavattini intende stimolare l’originalita,̀ la sperimentazione, anche il 'tradimento' o il rimescolamento dei generi, in particolare nel riuso del cinema d’archivio (Fondazione Aamod). Per questo intitolato a Cesare Zavattini (scrittore, sceneggiatore, regista, giornalista, pittore, animatore culturale), uno dei padri del neorealismo italiano, ma anche sostenitore instancabile del cinema come libero, multiforme, creativo, irriverente strumento di conoscenza del reale in tutti i suoi aspetti. Sbagliando s’inventa di Alice Sagrati, Italia 2021, 11’ Heimat di Giovanni Montagnana, Italia 2021, 20’ Comunisti di Davide Crudetti, Italia 2021, 20’ Lo chiamavano Cargo di Marco Signoretti, Italia 2019/2020, 15’ L’angelo della storia di Lorenzo Conte, Italia 2019/2020, 15’ Domani chissà, forse di Chiara Rigione, Italia 2019, 16’ Anche gli uomini hanno fame di Francesco Lorusso, Gabriele Licchelli, Andrea Settembrini, Italia 2019, 20’ Supereroi senza superpoteri di Beatrice Baldacci, Italia 2019, 13’ Primadonna di Ludovico Serra, Clelia Scimone, Veronica Vescio, Daniele Gangemi Italia 2015, 25’ Marco, artista savonese, come un Virgilio dantesco ci prende per mano e ci guida nel mondo delle drag queen assumendo di volta in volta punti di vista differenti. Uno sguardo sincero e chiaro che ci trasporta all’interno di tre diverse storie, di tre vissuti lontani tra loro ma che nascondono un filo conduttore: quello del travestimento, filo comune dell’intero documentario. Travestimento superficiale ed esteta nel caso di Lupita (giovane ragazzo che si avvicina al mondo drag per divertimento), seducente invece per Penelope Please, nome d’arte dello stesso Marco; radicale ed epidermico nel caso di Naomi, famosa transessuale genovese. Primadonna non cerca di sensibilizzare lo spettatore su queste tematiche delicate, lo trasporta, attraverso queste tre storie, nella normalità di un mondo, quello delle drag queen, variegato e complesso. Maratona Almodóvar: La forma del desiderio Cinque film di culto in versione restaurata per riscoprire la dirompente attualità e la libertà espressiva del cinema di Pedro Almodóvar degli anni ’80. Una cinquina perfetta di leggerezza, spavalderia, audacia e capacità corrosiva.
20.30 L’indiscreto fascino del peccato (Entre tinieblas) con Cristina S. Pascual, Julieta Serrano, Marisa Paredes - Spagna 1983, 87’ 22.00 Che ho fatto io per meritare questo? (¿Qué he hecho yo para merecer esto?) con Carmen Maura, Verónica Forqué, Ángel De Andrés López - Spagna 1984, 99’ mezzanotte La legge del desiderio (La ley del deseo) con Eusebio Poncela, Carmen Maura, Antonio Banderas - Spagna 1987, 100’ 2.00 Donne sull’orlo di una crisi di nervi (Mujeres al borde de un ataque de nervios) con Carmen Maura, Antonio Banderas, Julieta Serrano - Spagna 1988, 88’ (Tacones lejanos) con Victoria Abril, Marisa Paredes, Miguel Bosé, Javier Bardem - Spagna 1991, 119’ |
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| Il sapore della felicità | | (Umami) di Slony Sow con Gérard Depardieu, Kyozo Nagatsuka, Sandrine Bonnaire, Pierre Richard Francia/Giappone 2022, 105' 29 set (15.30 - 18.00) 1 ott (18.00 - 21.00) 2 ott (15.30 - 21.00) Gabriel Carvin, lo chef più famoso di Francia, riceve la sua terza stella. È all’apice della sua fama, ma non è un uomo felice e non sa perché. Beve troppo, sua moglie lo tradisce e ha un rapporto difficile con i due figli. Quando il suo migliore amico tenta l’ipnosi, Gabriel improvvisamente ricorda il trauma del suo primo concorso di cucina quando, ancora ragazzo, era stato sconfitto da uno chef giapponese con una semplice, ma perfetta, scodella di noodles. Capisce che la sua infelicità deriva da lì e decide di partire per un avventuroso viaggio in Oriente che cambierà per sempre la sua vita... Gérard Depardieu dà sapore e brio a una commedia agrodolce girata tra Francia e Giappone. “Umami”, oltre a essere il titolo originale del nuovo film diretto da Slony Sow, è un termine giapponese usato per denominare il quinto elemento del gusto: dolce, salato, aspro, amaro e, infine, umami. Attraverso la ricerca dell’umami, Gabriel vuole ritrovare se stesso e il gusto per la vita. Depardieu divide il set con una serie di attori grandiosi, Sandrine Bonnaire in primis mai così in forma nei panni dell’ultima compagna dello chef. Tra i personaggi spicca inoltre quello di Pierre Richard, Rufus, il miglior amico in odore di magia del protagonista. Il sapore della felicità è probabilmente il miglior film degli ultimi anni del monumentale Gerard. Mai, infatti, l’attore francese era stato così calibrato e in parte, capace di far sorridere e pensare lo spettatore. «Gérard è un grande creativo e dotato di grande immaginazione. In quanto tale, ha costantemente bisogno di nuovi “campi di gioco”. Se è costretto a tornare su percorsi che ha percorso troppo, quelli della ripresa tradizionale per esempio, con tutto ciò che li circonda, si annoia. Ma se si ritrova in film più umili, come Umami, in un’atmosfera familiare, con una piccola squadra dove ognuno deve badare a se stesso, allora è delizioso. Devi solo evitare che riprenda il comando. Con lui non c’è bisogno di essere furbi. Tra la sua professione, la sua intelligenza, la sua sensibilità e il suo istinto, sa sempre quello che deve fare. Va veloce, semplice e dritto. È un grande attore. Mi ha anche insegnato a lavorare con l’impazienza, che è una virtù artistica». (Slony Sow) |
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| | (Trois couleurs: Bleu) di Krzysztof Kieslowski con Juliette Binoche, Benoit Regent, Florence Pernel Francia 1993, 95' 29 set (21.00) 1 ott (15.30) 2 ott (18.00) In seguito a una tragedia che vede coinvolta la sua famiglia, Julie si trasferisce a Parigi, dove è costretta a confrontarsi con il suo passato e con la vita che, intorno a lei, continua. Sarà una rivelazione sconvolgente a infonderle il coraggio per ricominciare a vivere e ad accettare il destino.
A trent’anni dalla sua realizzazione, Lucky Red riporta in sala la Trilogia dei colori di Krzysztof Kieślowski: Film blu" Film bianco, Film rosso. Realizzati tra il 1993 e il 1994, per i tre film, che nell’insieme costituiscono l’ultima opera prima della scomparsa del suo autore a soli 54 anni, Kieślowski prende ispirazione dai tre colori della bandiera francese e dai tre ideali rivoluzionari che essa rappresenta: libertà, uguaglianza, fratellanza. Vincitrice di numerosi riconoscimenti, a partire dai tre premi alla Mostra di Venezia di Film blu (Leone d’oro per il Miglior Film, Coppa Volpi per la migliore attrice a Juliette Binoche e Osella per la migliore Fotografia a Slawomir Idziak), la Trilogia dei colori è considerata un capolavoro dai cinefili di tutto il mondo. Nei tre film interpretati da Juliette Binoche, Zbigniew Zamachowski e July Delpy, Jean-Louis Trintignant e Irène Jacob, nulla è lasciato al caso: Kieślowski mette in atto una profonda indagine sull'esistenza umana, un’analisi accurata dei sentimenti di risposta al dolore e all’indifferenza. Primo capitolo e primo appuntamento al Nuovofilmstudio è Film blu, un viaggio interiore intenso e profondo in cui la libertà della sua superba protagonista, Juliette Binoche, è quella di sentirsi emotivamente libera dal mondo per resistere al vuoto e reagire alla straziante perdita della sua famiglia. |
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Oppenheimer in italiano e in inglese con sottotitoli in italiano | | di Christopher Nolan con Cillian Murphy, Emily Blunt, Robert Downey Jr., Matt Damon USA 2023, 180' In italiano: mar 3 ott (15.30) mer 4 ott (21.00) In inglese: mar 10 ott (15.00 - 21.00) Scritto e diretto da Christopher Nolan, Oppenheimer è un thriller storico che porta il pubblico nell’avvincente storia paradossale dello scienziato americano J. Robert Oppenheimer durante lo sviluppo della bomba atomica. Un uomo enigmatico che deve rischiare di distruggere il mondo per poterlo salvare. Un ottimo cast traduce su schermo i ricchi dialoghi del film: Cillian Murphy è Oppenheimer, Emily Blunt sua moglie, la biologa e botanica Katherine “Kitty” Oppenheimer, Matt Damon il generale Leslie Groves Jr., direttore del Progetto Manhattan, mentre Robert Downey Jr. è Lewis Strauss, commissario fondatore della Commissione statunitense per l’energia atomica. «Credo che la storia di Oppenheimer sia drammatica tanto quelle che ho raccontato fino a ora per il grande schermo. Naturalmente per me l’aspetto più interessante è stato concentrarmi sul gruppo di scienziati che hanno lavorato al “Progetto Manhattan”. Nel momento in cui lui e i suoi colleghi si sono trovati a testare la bomba atomica non potevano davvero eliminare con certezza il dubbio che spingendo quel bottone avrebbero potuto distruggere il mondo intero. Non avevano idea di quali reazioni a catena avrebbero potuto scatenare. Nonostante questo, hanno dovuto prendere una decisione e questa cosa “mi risuonava nella mente”, ci ho pensato per molto tempo. Così quando ho scelto di fare il film ho deciso che avrei voluto provare a portare il pubblico nella sua testa. Volevo far stare lo spettatore in quel momento esatto in cui fu testata la bomba e cercare di capire come possa essere stato fare quel test in cui c’era la possibilità di conseguenze catastrofiche. Credo che la sua storia racconti molto bene cosa significhi convivere con le conseguenze delle tue azioni. Dopo il 1945 e dopo lo sgancio delle bombe su Hiroshima e Nagasaki, Oppenheimer fu sempre estremamente attento a quello che diceva o sul come si esprimeva. Non si scusò mai, non si espose mai e non parlò mai delle sue responsabilità personali sui test della bomba. Tutto quello che fece, nei modi in cui cercò di influenzare la politica così come nei suoi pubblici annunci, mi hanno dato l’impressione di un uomo che fosse estremamente consapevole delle conseguenze delle sue azioni e in qualche modo si sentisse in colpa. Tutto questo per me era molto avvincente e ho trovato che fosse una grande storia da raccontare». (Christopher Nolan) |
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Vermeer. The greatest exhibition Arte al Cinema 2023/2024 | | Introduzione di martedì alle 21.00 a cura del Gruppo FAI Giovani Savona Vermeer. The greatest exhibition di David Bickerstaff UK 2023, 93’ mar 3 ott (21.00) mer 4 ott (15.30 - 18.00) Quella che il Rijksmuseum di Amsterdam ha ospitato sino allo scorso giugno, raccogliendo un repentino tutto esaurito, è stata la più grande retrospettiva su Vermeer mai realizzata nella storia, un evento irripetibile. L’enorme richiesta da parte del pubblico ha infatti superato qualunque aspettativa con centinaia di migliaia di biglietti venduti. Così, per tutti coloro che non sono riusciti a vederla ad Amsterdam e per coloro che vogliono approfondire ancora di più la figura del pittore, arriva al cinema Vermeer. The greatest exhibition, lo straordinario film documentario che ha già conquistato il pubblico inglese. Un appuntamento che invita tutti gli amanti dell’arte a una visione privata di questa spettacolare mostra in compagnia del Direttore del Rijksmuseum e dei curatori. Johannes Vermeer (1632-1675), uno dei grandi maestri olandesi, visse e lavorò a Delft. La sua opera è nota soprattutto per le tranquille e introspettive scene d’interni, per l’uso senza precedenti di una luce brillante e colorata e per il suo convincente illusionismo. Tessuti lussuosi e perle rendono i suoi capolavori una festa per gli occhi. Definita dalla stampa di settore una retrospettiva epocale, la mostra è la più grande mai dedicata esclusivamente al “maestro della luce”, con 28 delle sue 35 opere conosciute provenienti da paesi di tutto il mondo. Prima di oggi non era mai accaduto che così tanti capolavori di Vermeer venissero riuniti in un unico luogo. Il film, diretto dal regista David Bickerstaff, offre agli amanti dell’arte la possibilità di ammirare su grande schermo la Ragazza col turbante, il Geografo, la Lattaia e la Donna che legge una lettera davanti alla finestra, recentemente restaurata. Oltre a un incontro unico con le opere del grande artista del XVII secolo, il docufilm rivela le intuizioni del team che ha ideato la mostra, curatori di fama mondiale ed esperti di Vermeer, gettando nuova luce sulla vita misteriosa e sul lavoro magistrale del pittore, sulle sue scelte artistiche, sulle motivazioni delle sue composizioni e sul processo creativo alla base dei suoi dipinti. Ingresso aperto a tutti 10€ - soci FAI e soci sostenitori 8€; durante la serata sarà possibile iscriversi o rinnovare l'iscrizione al FAI a soli 15€ fino ai 35 anni. |
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Almodóvar: La forma del desiderio | | Negli anni ’80 Almodóvar conquista la scena internazionale film dopo film con la forza di un ciclone: il suo cinema estroso e coloratissimo rappresenta la reazione ai rigidi schemi sociali e morali ereditati dal franchismo; riesce a essere dissacrante attraverso una miscela unica di realismo e fantasia che rivoluziona il linguaggio cinematografico di quegli anni, introducendo temi considerati scabrosi e trasformando donne, poveri ed emarginati in eroi ed eroine di un mondo nuovo, sgangherato e kitsch ma pieno di energia e politicamente molto, molto scorretto. Divertenti, grotteschi, melodrammatici, passionali, graffianti e sinceri, i personaggi del mondo di Almodóvar sono mossi dal desiderio, d’amore, di vendetta, di riscatto o di piacere. Liberi da ogni schema, liberi di essere sé stessi al di là di ogni pregiudizio. (replica gio 19 ott, 21.00 in spagnolo) L’indiscreto fascino del peccato (Entre tinieblas) con Cristina S. Pascual, Julieta Serrano, Marisa Paredes - Spagna 1983, 87’ Opera emblematica degli esordi di Almodóvar che suscitò scalpore al Festival di Venezia. Un melodramma grottesco, passionale e divertente. Yolanda canta in uno squallido nightclub. Quando il suo fidanzato muore di overdose, scappa dalla polizia e trova rifugio nel convento delle “Redentrici umiliate”. La comunità è composta da suore fuori dal comune: c’è chi scrive romanzi erotici sotto falso nome, chi alleva una tigre nel cortile, chi è dedita alla moda. La trasgressiva madre superiora, in cerca di peccatrici da salvare, non resterà indifferente al fascino di Yolanda... (replica gio 12 ott, 15.30 in italiano) Che ho fatto io per meritare questo? (¿Qué he hecho yo para merecer esto?) con Carmen Maura, Verónica Forqué, Ángel De Andrés López - Spagna 1984, 99’ Un esplosivo Almodóvar dipinge una famiglia spagnola fuori dagli schemi in una commedia noir. Gloria è una casalinga disperata che lavora come donna delle pulizie. Vive in un piccolo appartamento con il marito, taxista ancora ossessionato dal ricordo di una vecchia fiamma, la suocera e i due figli, uno omossessuale e l’altro spacciatore. Durante una lite, la donna uccide accidentalmente il marito con un osso di prosciutto e la sua vita prendere una nuova svolta... (replica gio 19 ott, 15.30 in italiano) Donne sull’orlo di una crisi di nervi (Mujeres al borde de un ataque de nervios) con Carmen Maura, Antonio Banderas, Julieta Serrano - Spagna 1988, 88’ Il film che ha consacrato a livello internazionale il talento di Almodóvar. Un cult della commedia degli equivoci, entrato nella storia del cinema e nell’immaginario collettivo. Pepa, doppiatrice cinematografica, viene abbandonata dal collega e amante Ivan. Da lui aspetta un bambino ed è pronta a dargli la caccia. Intanto la donna si trova a dover ospitare Candela, un'amica ricercata dalla polizia, mentre in casa sta per arrivare Lucia, l’ex moglie di Ivan, in cerca dell’uomo con l’intento di vendicarsi di lui... |
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