Salute & Veleni03 ottobre 2023 15:49

Perché il fatto non sussiste

Tirreno Power, il disastro ambientale non ci sarebbe stato: queste le conclusioni del giudice Giannone dopo quasi cinque anni di processo

Perché il fatto non sussiste

 

La delusione, nell’aula magna del Tribunale di Savona, era palpabile.

Cittadini e associazioni che s’aspettavano di ascoltare una sentenza di condanna hanno invece assistito a un’assoluzione piena per tutti gli imputati del processo Tirreno Power.

Si attendono le motivazioni, sapendo che un eventuale appello richiederà ancora anni di fatiche.

Non un grande incoraggiamento per i tanti savonesi che sono già alle prese con una nuova battaglia ambientale: quella contro il rigassificatore che Toti e il governo vogliono collocare a tre chilometri dalle nostre spiagge.

E dalla Tirreno Power.

 

La reazione dell'associazione Uniti per la Salute

"Abbiamo preso atto della sentenza.

Da quanto appreso dalla lettura del dispositivo, il tribunale ha pronunciato una assoluzione con la cosiddetta “formula dubitativa”, ossia per insufficienza delle prove, immaginiamo sul presupposto che non sia stata sufficientemente raggiunta la prova dell’evento di disastro.

Noi riteniamo, invece, che quella prova del disastro ambientale e sanitario sia stata raggiunta pienamente nel processo.

Valuteremo comunque con il nostro legale le motivazioni che verranno depositate e, se ve ne saranno le condizioni, siamo determinati a proporre ricorso in appello, avvalendoci di quanto previsto dalle leggi in vigore, perché convinti della consistenza di quanto è emerso nell’impianto accusatorio in termini di disastro per l'ambiente e per la salute pubblica, confermato dalle conclusioni dello studio del CNR.

Il noto e fondamentale studio epidemiologico di coorte ha evidenziato infatti un incremento di mortalità per tutte le patologie del 49% nella popolazione esposta alle emissioni della centrale, dato davvero inquietante. Studio che, ricordiamo, nonostante fosse stato commissionato e in possesso della Regione Liguria è stato per mesi indisponibile per i cittadini.

In ogni caso ribadiamo il nostro pieno rispetto  per le sentenze e la massima fiducia nell’operato della Magistratura. Magistratura che nel marzo 2014, lo ricordiamo, dispose il sequestro dei gruppi a carbone della centrale ritenuto “indispensabile per interrompere la condotta criminosa attraverso la cessazione dell’attività dei gruppi a carbone VL3 e VL4”.

Ringraziamo tutti coloro che negli anni si sono impegnati a sostenere il diritto a vivere in un territorio salubre e in un ambiente pulito, a partire dal nostro avvocato Matteo Ceruti e dal legale di WWF avv. Marco Casellato che hanno operato con passione e professionalità. Il ringraziamento va esteso al P.M. dott.ssa Elisa Milocco per la capacità e l'impegno profusi nel corso di questi anni di dibattimento.

Certi di questo sostegno, continueremo la nostra attività con rinnovato impegno per difendere il diritto alla salute e a tutto ciò che ne consegue in termini ambientali".


Secondo Medicina Democratica:

"L'incredibile sentenza assolutoria emessa oggi dal Tribunale di Savona nei confronti di tutti gli imputati del processo Tirreno Power potrebbe essere letta come una licenza di inquinare per tutte quelle che imprese che lavorano e bruciano il carbone e/o altri combustibili", ha dichiarato Marco Caldiroli, presidente nazionale di Medicina Democratica, parte civile nel processo, assistita dall'avvocata Laura Mara, insieme ad un'altra decina di associazioni e allo stesso Ministero della Salute e dell'Ambiente.

Assolti perché il "fatto non sussiste" tutti i 26 imputati, dirigenti ed ex dirigenti della centrale elettrica di Vado Ligure (Savona) per i quali erano stati chiesti dalla PM Elisa Milocco complessivamente 84 anni di reclusione, 3 anni e mezzo a testa, salvo che per un deceduto. Ma il giudice Francesco Giannone ha deciso diversamente. "A nulla sono valse – ha aggiunto Laura Mara - le ponderose consulenze di esperti come Bruno Thieme e Celestino Panizza per Medicina Democratica e quelle dei consulenti del PM Franceschi e Crosignani, circa il disastro ambientale provocato dalla combustione del carbone e dalle polveri rilasciate dai carbonili, a bocca di abitazioni". Fra tutti gli studi epidemiologici se ne cita uno in particolare, quello del Cnr di Pisa, che ha attestato un netto aumento della mortalità nell’area con oltre il 40 per cento in più rispetto alla media e con un aumento considerevole di patologie cardiovascolari.

"Questa vicenda giudiziaria – ha detto Marco Caldiroli- grazie alle denunce e alla mobilitazione popolare di oltre 10 anni fa, ha tuttavia permesso e velocizzato la chiusura delle sezioni a carbone della Centrale di Vado Ligure. Un risultato raggiunto insieme a cittadini e altre associazioni nate a tutela della salute pubblica, un percorso che ha trovato in un procuratore attento come il dr. Granero  la possibilità di avviare un procedimento penale, sequestrare gli impianti e porre un termine alle emissioni tossiche di una centrale che aveva già causato troppi danni".

"Sapevamo - ha inoltre sottolineato Maurizio Loschi, referente savonese di Medicina Democratica - che c’era la possibilità che un criterio eccessivamente garantista potesse assolvere gli imputati, e ci riserviamo di valutare la possibilità di ricorrere in appello dopo aver letto le motivazioni della sentenza. Ma restiamo convinti della validità delle prove scientifiche e giuridiche a sostegno della tesi che una centrale elettrica a carbone nel pieno di un centro densamente abitato abbia provocato inquinamento, malattie e morti: non è la prima volta, infatti, che la scelta di installare un impianto così nocivo per l’ambiente viene effettuata individuando un sito ove già insistevano altre pesantissime fonti di nocività in modo da rendere sempre più difficile l’individuazione dell’origine di queste e la possibilità di dimostrarne con certezza il responsabile.

 

 

LNS

Ti potrebbero interessare anche: