(Kuolleet Lehdet)
di Aki Kaurismäki
con Alma Pöysti, Jussi Vatanen, Janne Hyytiäinen
Finlandia 2023, 81'
Premio della Giura al Festival di Cannes 2023
ven 29 dic (15.30 - 18.00 - 21.00)
sab 30 dic (15.30 - 18.00 - 21.00)
dom 31 dic (15.30)
Due persone sole si incontrano per caso una notte a Helsinki. È l’ultima occasione per trovare il primo, unico e definitivo amore della loro vita. Il percorso è però intralciato dall'alcolismo di lui, dai numeri di telefono persi, dal non conoscere nomi o indirizzi reciproci e dalla tendenza generale della vita a porre ostacoli a chi cerca la propria felicità...
Basta un’inquadratura per riconoscere un film di Aki Kaurismäki. Anche in Foglie al vento il tocco del regista finlandese è inconfondibile. Il suo film, vincitore del Premio della Giuria a Cannes 2023, è un'interpretazione delicata di una piccola storia d'amore, di cui il mondo non si accorgerebbe, ma che comunque cambia la vita. La coppia in questione forse non lo sa ancora, o forse lo sa, ma nonostante l'universo stia remando contro non si arrende mai. Ansa e Holappa non sono ingenui: hanno già visto tutto e la vita non è sempre stata gentile. Le luci, i colori, i vestiti, i cagnetti che spuntano sempre fuori a un certo punto di questi viaggi da fermi. Da questo si identifica un film di Kaurismäki. E però anche dalle canzoni, dai detour sonori. In Foglie al vento, la musica gioca un ruolo ancora più cruciale. L’incontro tra l’uomo e la donna senza passato avviene in un karaoke bar che sembra, anche lui, sospeso in un tempo di nenie senza tempo, refrain da balera, schitarrate rock, tanghi argentini, mambi italiani. Kaurismäki fa con la musica quello che fa con il cinema, in un gran mix di omaggi, riferimenti, passioni del regista stesso. I morti non muoiono di Jim Jarmusch è il film che i due protagonisti vanno a vedere al cinema, ma ci sono anche, disseminati qua e là, i poster di Rocco e i suoi fratelli di Visconti, Il disprezzo di Godard, vecchi B-movie di mostri e dinosauri, il Chaplin dello struggente finale. Aki fa sentire malinconici, quasi ubriachi di tutta quella birra stantia, per poi rendersi conto, alla fine, che la storia che ha raccontato è in realtà molto edificante. Non molti altri ci riescono e, francamente, forse non dovrebbero provarci.
Trailer: https://youtu.be/VQU3pA4x1jM