Cose Belle01 febbraio 2024 12:54

Cinema, teatro, musica: la settimana alle Officine Solimano

La programmazione delle sale di piazza Rebagliati: Nuovofilmstudio, Cattivi Maestri e Raindogs House

Cinema, teatro, musica: la settimana alle Officine Solimano

GLI EVENTI DELLA SETTIMANA

Cinema Nuovofilmstudio – In prima visione nel fine settimana replica “VIAGGIO IN GIAPPONE” con Isabelle Huppert alternato a “PRIMA DANZA, POI PENSA - Alla ricerca di Beckett” di James Marsh; in seconda visione “LA SIGNORA DELLA PORTA ACCANTO” di François Truffaut e “LUBO” di Giorgio Diritti  “KILLERS OF THE FLOWER MOON” di Martin Scorsese e per Arte al Cinema 2023/2024 con  Gruppo Fai Giovani Savona “IL BACIO” di Klimt di Ali Ray; con Find the Cure giov 8 “THEATRE OF VIOLENCE” di Emil Langballe, Lukasz Konopa.

Cattivi Maestri – i CATTIVI Maestri vi aspettano Domenica 11 febbraio alle 17 con Il teatro dell’Orsa di Reggio Emilia e il loro “FIABE A COLORI – STORIE DI PACE E LIBERTA’”. Il prossimo appuntamento in serale è lo spettacolo vincitore del Festival Nazionale Inventaria “ESERCIZI DI RESURREZIONE” un riflessione grottesca, ironica e provocatoria sul tentativo di un giovane di “resuscitare”.

Raindogs House – Venerdì 2 febbraio la band di Beirut PRAED esplora il terreno della musica araba creando suoni dal free jazz, space jazz ed al rock psichedelico. Sabato l’immancabile serata anni ’90 vi farà ballare a più non posso, mentre martedì 6 in collaborazione con Disorder Drama “ABSTRACT CONCRETE” con Charles Hayward dei This Heat, band tra le più sperimentali della stagione del post-punk.

 

 

 

NUOVOFILMSTUDIO

ven 2 feb (15.30)

sab 3 feb (18.00)

dom 4 feb (18.00)

lun 5 feb (21.00)

Viaggio in Giappone

(Sidonie in Japan)

di Élise Girard

con Isabelle Huppert, Tsuyoshi Ihara, August Diehl

Francia 2023, 95'

Giappone, ai giorni nostri. Sidonie Perceval, unʼaffermata scrittrice francese, ha rinunciato a scrivere dopo la perdita del marito. Invitata in Giappone per la riedizione del suo primo libro, è accolta dall'editore locale che la accompagna a Kyoto, la città dei santuari e dei templi. Nei loro spostamenti tra i fiori della primavera giapponese, lei inizia lentamente ad aprirsi. Ma il fantasma del marito non l'abbandona. Sidonie dovrà imparare a lasciare andare il passato per riuscire ad amare di nuovo...

«Il film è nato dalle sensazioni che ho provato quando ho scoperto il Giappone nel 2013. Appena ho iniziato a scrivere, ho pensato al volto di Isabelle Huppert e ho scelto per la mia protagonista il nome di Sidonie per il suo suono giapponese, ma anche come omaggio a Sidonie-Gabrielle Colette, una scrittrice a cui sono particolarmente affezionata. Attraverso questo film-viaggio, volevo parlare del lutto, della rinascita, dell'amore che ritorna inaspettatamente. La storia riprende la "connessione" tra passato e presente, tra la fine del lutto e l'inizio dell'amore. Mostra l'incontro di due personaggi che potrebbero incarnare la Francia e il Giappone. Il film è anche una dichiarazione d'amore a un paese che sento, allo stesso tempo, vicino ed estraneo. Il mio gusto per l'antico e l'ultramoderno qui trova un'eco reale. Il “mio” Giappone è strano ma molto tranquillo. E corrisponde esattamente alla sensazione che ho avuto quando ci sono stata per la prima volta. Per me, non cʼè nulla di inquietante nella stranezza. Trovo del tutto naturale che si debbano affrontare ogni giorno incomprensioni ed equivoci. Per noi è quasi impossibile capire la mentalità giapponese. Allo stesso modo i giapponesi trovano impossibile capire la nostra! Lʼincomprensione crea molte situazioni interessanti e divertenti ed è una cosa che trovo affascinante. Isabelle Huppert era pronta a tutto, non ha cercato di farmi cambiare neppure il più piccolo dettaglio. Con lei si può fare praticamente qualsiasi cosa e questo probabilmente ha a che vedere con il semplice fatto che adora essere unʼattrice. Lavorare con lei mi ha fatto capire che è davvero una stella dal talento unico. Quando Isabelle guarda in lontananza nella cinepresa, gli spettatori iniziano immediatamente a immaginare che cosa sta sognando o che cosa sta pensando. Il suo viso è come un panorama».

(Élise Girard)

Trailer: https://youtu.be/Pyz6Zk0yfPg

ven 2 feb (18.00 - 21.00)

sab 3 feb (15.30 - 21.00)

dom 4 feb (15.30 - 21.00)

lun 5 feb (15.30 - 18.00)

Prima danza, poi pensa - Alla ricerca di Beckett

(Dance first - A life of Samuel Beckett)

di James Marsh

con Gabriel Byrne, Sandrine Bonnaire, Maxine Peake

USA 2023, 96'

La storia, i successi, gli amori e le amicizie del gigante della letteratura Samuel Beckett, una delle figure più rivoluzionarie e influenti del Novecento. Partendo dalla “catastrofica” vittoria del Premio Nobel per la Letteratura nel 1969, Beckett rievoca gli eventi salienti della sua vita in un dialogo immaginario con la personificazione della sua coscienza, lasciando emergere i temi e le riflessioni che hanno reso grandi le sue opere. Ne risulta un ritratto poco conosciuto della sua personalità: buongustaio, solitario, marito infedele, combattente della resistenza francese e anche grande amico di James Joyce.

James Marsh ("La teoria del tutto", Oscar per "Man on wire") porta sullo schermo il primo film biografico su Beckett, interpretato dal magnetico Gabriel Byrne.

«“Prima danza, poi pensa” è un racconto di fantasia, scherzoso e spesso struggente della vita di Samuel Beckett, incentrato anche sulla vita emotiva dell’autore. Il film ha la forma di ampi riquadri che mostrano i rapporti chiave nella sua vita, principalmente concentrati sulle donne che lo hanno circondato. È un film su un intellettuale, un gigante della letteratura, ed è ancorato sulla passione e il sentimento, non sulla noiosità delle idee o sulla sterilità della critica letteraria. Beckett stesso è energico in questa rappresentazione, risoluto, padrone di sè e sicuro delle sue azioni ma tormentato dai sentimenti di colpa e vergogna per il suo egoismo e il dolore che aveva causato a coloro che amava. Se ciò lo fa risuonare cupo o pesante, state certi che non lo è. Il nostro Beckett è pieno di auto-ironia e il suo rapporto con James Joyce spesso sconfina nelle migliori commedie degli equivoci. Il film ha una struttura provocatoria e alcune strategie immaginative come si addice a un autore che ha avuto un’influenza radicale e potente sulla scrittura e il teatro del ventesimo secolo. Il nostro sceneggiatore, Neil Forsyth, ci porta subito nello stile del film già dalla primissima scena del film quando Beckett riceve il Premio Nobel per la Letteratura. Ma tutto ciò viene immediatamente sovvertito quando lui fugge dalla cerimonia e si arrampica andandosi a rifugiare in un attiguo mondo fantasioso dove passerà in rassegna la propria vita e i propri errori in compagnia di un altro Beckett, un alter-ego antagonista. In questo racconto di grandi storie d’amore e di rapporti della vita di Beckett e del suo complicato rapporto con una madre autoritaria, ci sono anche un commento allusivo e uno sguardo approfondito alle ossessioni letterarie di Beckett e alle origini della sua scrittura come autore. Tuttavia, non è necessario essere uno studioso di Beckett per godersi il film: la sceneggiatura è ironica e drammatica con episodi spesso non noti al grande pubblico, compreso il coinvolgimento attivo di Beckett nella Resistenza francese e il suo accoltellamento quasi fatale da parte di un protettore a Parigi. È una biografia insolita di Samuel Beckett, perché passa in rassegna la sua vita attraverso la lente dei suoi errori. È costruita attraverso le sue relazioni con le persone che amava e che lo amavano ma cui sentiva di aver fatto torto».

(James Marsh)

Trailer: https://youtu.be/6I9GJEgrsJY

mar 6 feb (15.15 - 21.00)

mer 7 feb (18.30)

La signora della porta accanto

(La Femme d’à côté)

di François Truffaut

con Fanny Ardant, Gérard Dépardieu, Michèle Baumgartner

Francia 1981, 106'

Mathilde dal nome stendhaliano ritrova sette anni dopo l'uomo che aveva amato fin quasi a soccombere: entrambi vivono in belle case vicine, dentro simili vite serene, eppure l'incontro sarà fatale. "Spero che il pubblico non prenda parte, che li ami entrambi come li amo io": ma come sempre per François Truffaut, anche questa è storia di uno squilibrio passionale.

Vent’anni dopo "Jules e Jim", il ventesimo lungometraggio di Truffaut "La signora della porta accanto" è il suo penultimo film e il suo ultimo d’amour fou. Nel frattempo c’erano stati altri incontri con la passione ‘eccessiva’, totale, come "La mia droga si chiama Julie" e "Adèle H.", non c’è dubbio però che "La Femme d’à côté" sia di tutti il più radicale, quello dove il desiderio è più violento ed estremo, sottoposto al binomio Eros-Thanatos che procede rettilineo, stringendo gli amanti in una morsa che li distrugge. “L’amore è una guerra” aveva scritto Jacques Rivière nel romanzo Aimée. All’epoca del film Truffaut gli faceva eco: “In amore ci si scambiano spesso colpi d’una violenza terribile... Se dovessi rifare oggi "Jules e Jim", non sarei più così idillico”. […] Al tema che occupa così gran parte della sua produzione, Truffaut si riaccosta da un’angolazione inedita. Non già, per stare ai latini, l’Omnia vincit Amor che, tutto sommato, usciva dal confronto spietato tra i due protagonisti in La mia droga si chiama Julie. Bensì il ‘mal d’amore’ all’ennesima potenza, che non dà scampo alla coppia che ne è prigioniera. Se l’autore si ripete, se batte e ribatte lo stesso ossessivo tasto, lo fa aggiungendo sempre nuove variazioni musicali. La rinnovata intensità sta a riprova della ricchezza del suo mondo interiore e della serietà di quella ossessione. Rispetto ai film precedenti, la novità di base è che qui si tratta d’una passione ‘di ritorno’. Bernard e Mathilde si sono già incontrati e scontrati, posseduti e sbranati otto anni prima. Il loro rapporto insano – lo riconoscerà Bernard parlando finalmente alla moglie – è già stato ‘deleterio’ per lui e per l’amante. Non per la diversità, ma per l’uguale instabilità dei caratteri. Ora, che si possa rivivere la stessa esperienza è un’illusione che conduce a un esito tragico. Chi non ha alcun dubbio al riguardo è proprio l’autore, come non ne aveva, per altre ragioni, il ‘suo’ Hitchcock in "La donna che visse due volte". 

Trailer: https://youtu.be/_K6LrO4GU9c

mar 6 feb (17.30)

mer 7 feb (15.00 - 21.00)

Lubo

di Giorgio Diritti

con Franz Rogowski, Christophe Sermet, Valentina Bellè

Italia/Germania 2023, 175'

Lubo è un nomade, un artista di strada che nel 1939 viene chiamato nell’esercito elvetico a difendere i confini nazionali dal rischio di un’invasione tedesca. Poco tempo dopo scopre che sua moglie è morta nel tentativo di impedire ai gendarmi di prendere i loro tre figli piccoli, strappati alla famiglia, come da programma di rieducazione nazionale per i bambini di strada (Hilfswerk für die Kinder der Landstrasse). Lubo sa che non avrà più pace fino a quando non avrà ritrovato i suoi figli e ottenuto giustizia per la sua storia e per quella di tutti i diversi come lui...

In "Lubo", ispirato alla storia vera di più di 30mila bambini di nomadi Jenisch sottratti alle loro famiglie dallo Stato svizzero fra gli anni Venti e gli anni Settanta, Giorgio Diritti racconta perché questa drammatica discriminazione etnica di Stato è ancora attuale e come il suo cinema, da "Il vento fa il suo giro" a "Volevo nascondermi" sul pittore Antonio Ligabue, guardi sempre alla realtà.

«Il romanzo “Il Seminatore” di Mario Cavatore, da cui prende liberamente riferimento il progetto di questo film, inizia con l’incipit “gli zingari sono sempre stati un problema”. Lo scontro etnico, la paura del diverso, sono ancora oggi al centro di episodi della cronaca di tutti giorni ed è evidente quanto le differenze razziali o religiose costituiscano elemento di scontro e rappresentino la più forte minaccia alla stabilità delle relazioni tra le persone e i popoli. La lettura del romanzo mi ha svelato una vicenda storica poco conosciuta di persecuzione nei confronti di una minoranza nomade, gli Jenisch, a cui vennero sottratti i figli al fine di “rieducarli” in un periodo storico compreso tra gli anni ‘30 e gli anni ‘70. Le stime sulle ricerche parlano di circa 2000 bambini. Ciò mi è apparso inquietante e particolarmente stridente per un paese democratico e civile come la Confederazione Elvetica, sovente citata come “esempio virtuoso” nel rapporto tra i cittadini e le istituzioni. Mi sono chiesto, cosa avrei fatto, come avrei agito subendo una violenza così grande. Avrei reagito contro lo Stato con violenza? Lubo, a cui “rapiscono” i bambini e uccidono la moglie è un uomo solo che improvvisamente si trova in guerra con il mondo, non accetta e lotta contro questa folle discriminazione, vuole ritrovare i suoi figli e cerca nel volto delle varie donne che incontra il volto di sua moglie. Vuole ricostruire un futuro possibile esprimendo anche il suo desiderio di amare, di ritrovare e credere comunque nell’amore. Il suo percorso, tra i vari Cantoni della Svizzera e dell’Italia, si dipana in un tempo storico di venti anni in cui si evolvono episodi carichi di forte drammaticità, suspense, passione, coraggio. Nello svolgersi degli eventi emerge quanto principi folli e leggi discriminatorie generino un male che si espande come una macchia d’olio nel tempo, penetrando nelle vite degli uomini, modificandone i percorsi, i valori, generando dolore, rabbia, violenza, ambiguità...ma anche un amore per la vita e per i propri figli che vuole sopravvivere a tutto e riportare giustizia».

(Giorgio Diritti)

Trailer: https://youtu.be/zlC05O9E-1o

gio 8 feb (21.00 - ingresso 5€)

Find The Cure, in collaborazione con Comune di Savona e Nuovofilmstudio, è lieta di presentare la 15a edizione di "Mondovisioni", una rassegna cinematografica promossa da CineAgenzia che viene presentata ogni anno al Festival di Internazionale a Ferrara. La rassegna, attraverso docu-film selezionati dai maggiori festival internazionali, porta sul grande schermo storie di grande importanza con l'intento di fornire al cittadino un'informazione chiara, profonda e consapevole su tematiche spesso difficilmente fruibili dai media classici. Sono ormai 11 anni che potiamo la rassegna nelle nostre città selezionando docufilm ricchi di messaggi e di informazione utili a leggere criticamente la realtà mondiale odierna. Crediamo fermamente nella comunicazione attraverso il cinema, mezzo che riesce ancora a farsi strada nella mente e nel cuore della gente. Siamo fieri di condividere questa iniziativa con il Comune di Asti e lo Spazio Kor, con il Comune di Savona e Nuovofilmstudio e con il Cinema Massimo di Torino. 

L’ingresso agli spettacoli è di 5€. L’incasso aiuterà a coprire le spese sostenute per la realizzazione della rassegna. Un piccolo investimento che per noi vale moltissimo e di cui siamo certi non vi pentirete!

Quarto appuntamento:

Theatre of violence

di Emil Langballe, Lukasz Konopa

Danimarca/Germania 2023, 105'

In acholi, inglese e francese con sottotitoli in italiano

Si può essere insieme carnefici e vittime? È la domanda posta da Krispus Ayena, avvocato difensore presso la Corte Penale Internazionale dell’Aia. Il suo cliente, Dominique Ongwen, all’età di 9 anni è diventato uno degli almeno 20.000 bambini rapiti in Uganda dal Lord’s Resistance Army del leader ribelle Joseph Kony. Ongwen ha subito il lavaggio del cervello da parte di Kony, che ha usato una combinazione di cristianesimo, stregoneria e tortura per trasformare i bambini in spietati soldati dell’LRA, nella ribellione contro il presidente Museveni. Ongwen imparò rapidamente che si trattava di uccidere o essere uccisi e scalò le gerarchie fino al grado di comandante, prima di arrendersi e finire all’Aia, imputato in un processo destinato a fare storia.

Pagina della rassegna: https://www.findthecure.it/mondovisioni-i-documentari-di-internazionale-2024/

INFO BIGLIETTERIA

Potete acquistare i biglietti in sala prima degli spettacoli oppure in prevendita su https://www.liveticket.it/nuovofilmstudio (aprite il link in un browser esterno a Facebook, altrimenti non visualizzerete i posti disponibili!). 

cattivi maestri

 

Domenica 11 febbraio, ore 17:00

FIABE A COLORI – STORIE DI PACE E DI LIBERTÀ

Di e con Monica Morini, musiche dal vivo Gaetano Nenna, regia Bernardino Bonzani, scenografie Franco Tanzi. Teatro dell’Orsa.

La pace è una bambina

che non vuole cose matte

solo alzarsi la mattina

non col sangue, col latte.

(B. Tognolini)

Le fiabe sono oro che luccica negli occhi dei bambini.  Tre storie per ridere in libertà nell’incanto di prati prodigiosi, regni in rivolta, raggi dorati. Un topo, una pecora, due castelli per camminare un tempo senza tempo dove i bambini hanno diritto alla pace, al gioco, ai pensieri selvatici. Mozart, Vivaldi, Bach, sono compagni di viaggio in un gioco di note che svela paesaggi e personaggi.

Perchè parole e suoni, come dice Topo Federico, ci aprono mondi di meraviglia. 

STAGIONE BIMBI

Consigliato dai 4 anni.

Linguaggio: musica e narrazione

Durata: 50 minuti

 

BIGLIETTI: bimbi € 5, adulti € 8, adulti soci Arci € 6. Ridotto persone con disabilità € 3. Carnet 5 spettacoli (bimbo + adulto) € 50, soci Arci € 40.

PRENOTAZIONI: invia un whatsapp o un sms al 392 1665196 o manda una mail a cattivimaestri@officinesolimano.it.

 

 

 RAINDOGS HOUSE

Venerdì 2 febbraio ore 22.00

PRAED

https://praed.bandcamp.com/

www.paed.ch/praed/

https://youtu.be/rtt4c-Ur14M?si=NiGpYsaaJ3LE6Fkh

https://youtu.be/QiMqc-f7oO4?si=GGRpfCvGU-CJQldE

Apertura porte ore 21:00 – Inizio concerto ore 22

ingresso 10e (under 25 ingresso 7e) con tessera arci.

Domanda iscrizione: https://portale.arci.it/preadesione/raindogs/ Biglietti On Line

Il suono della band di Beirut esplora il terreno della musica popolare araba (Shaabi), quella sacra delle cerimonie di trance religiosa (Mouled) e le loro interconnessioni con altri generi psichedelici ed ipnotici come il free jazz, space jazz ed il rock psichedelico.

Praed è la creatura (attiva dal 2006) dei due musicisti Raed Yassin – alle tastiere, sintetizzatori ed elettronica – e Paed Conca, – al clarinetto, basso e ulteriori suoni elettronici. Il risultato centrifuga futurismo e tradizioni folk in un delirio dagli effetti ipnotici, psichedelici e danzanti.

A fare da filo rosso, scale arabeggianti e suoni sintetici che sembrano usciti dal futuro anteriore della penisola araba: macchine ricoperte di polvere desertica che emettono i vagiti di un futuro che non hanno mai conosciuto. Un rito sciamanico elettronico che vi farà viaggiare rimanendo fermi, incastrati in un eterno presente.

L’effetto ipnotico psichedelico di questo genere musicale e’ quello utilizzato anche da diverse popolazione nel mondo per provocare delirio sonico unito alla danza.

Il loro nuovo disco “Kaf Afrit” tiene l’ascoltatore con il fiato sospeso imponendo il suo universo cataclismico. Un album ispirato a Shams al-Ma’arif, un libro esoterico e magico del XIII secolo proveniente dall’Egitto.

La fantastica opera d’arte in copertina è ancora una volta realizzata da Raphaelle Macaron. 

Martedì 6 febbraio ore 21.30

ABSTRACT CONCRETE

(This Heat, Cardosanto)

free post-punk prog – Londra UK

https://youtu.be/9nKFJPgTSa0?si=sIvg_xfLhKT0JX4t

https://youtu.be/6_gJg3lXsKY?si=FEG7ibTJzC8tZ-5H

https://youtu.be/uItPKcpqtVc?si=gce9r6dLOikiiJcL

Apertura porte ore 21:00 – Inizio concerto ore 21:30

ingresso 15e (under 25 ingresso 10e) con tessera arci

Domanda iscrizione: https://portale.arci.it/preadesione/raindogs/ Biglietti On Line

In collaborazione con Disorder Drama

Incatalogabile. Charles Hayward è comparso nelle cronache della storia della musica con i suoi This Heat, band tra le più sperimentali della stagione del post-punk. Batterista extra ordinario ha continuato a calcare i palchi internazionali con formazioni sempre più radicali. In questa nuova band ha arruolato maestri della scena impro inglese contemporanea, tra i quali spicca, per noi, la chitarra di Roberto Sassi, già protagonista a fine anni ’90 con i memorabili ed eccezionali Cardosanto. Il loro primo disco appena uscito per la State 51.

Sound is now, Sound is here.

ABSTRACT CONCRETE è un altro grande passo del peso massimo dell’underground britannico Charles Hayward nel suo viaggio musicale (This Heat, Camberwell Now, Quiet Sun, Massacre).

ABSTRACT CONCRETE è una musica che abbraccia un ampio panorama emotivo incentrato sulla connessione e sulla comunicazione, utilizzando un mondo sonoro fluido di canzoni, groove e fuoco con tutta l’intensità lirica che il mondo richiede in questo momento.

ABSTRACT CONCRETE riunisce alcuni dei più eccitanti e lungimiranti giovani musicisti londinesi provenienti da diverse scene underground e sperimentali europee.

Charles Hayward: Batteria e voce

Agathe Max: Viola

Roberto Sassi: chitarra elettrica

Yoni Silver: Tastiere

Otto Willberg: Basso

CHARLES HAYWARD

Charles Hayward è un batterista/cantante/compositore inglese, membro fondatore dei gruppi rock sperimentali This Heat e Camberwell Now. Ha anche suonato con il gruppo di improvvisazione europeo Mal Dean’s Amazing Band e ha suonato e registrato con Phil Manzanera nei Quiet Sun, oltre a un breve periodo con i Gong. Dalla fine degli anni ’80 si è concentrato su progetti solisti e collaborazioni, tra cui Massacre (con Bill Laswell e Fred Frith), Monkey Puzzle Trio e Albert Newton (con Pat Thomas e John Edwards).

Il progetto This Is Not This Heat ha recentemente completato una serie di esibizioni di tre anni nel Regno Unito, in Europa, negli Stati Uniti e in Giappone.

Nel corso di quasi 50 anni di carriera, Charles ha sviluppato attitudini e intuizioni idiosincratiche in un’ampia gamma di lavori sonori, che spaziano dall’improvvisazione alla canzone, dal suono come suono all’uso dell’ordine e del caos come energie creative. Cura una serie semestrale di performance, workshop e installazioni chiamata Charles Hayward Presents per conto di Lewisham Arthouse per Albany Theatre. Tra le pubblicazioni più recenti figurano la cassetta “Objects of Desire” per Blank Editions e il ciclo di canzoni incentrato sul pianoforte “Begin Anywhere” per Klanggalerie & God Unknown Records.

AGATHE MAX

Laureata in Composizione elettroacustica, la violinista Agathe Max, oltre alle collaborazioni con KURO, Mésange, Papivores… lavora a diversi progetti tra cui musica e sound design per documentari, film d’animazione, cortometraggi, teatro, danza contemporanea e mostre d’arte/installazioni sonore. Dopo una formazione di musica classica durata 10 anni, si è diplomata alla Scuola di Musica di Bourgoin-Jallieu, in Francia, nel 1995. In seguito è stata esposta alla musica improvvisata e alla scena sperimentale. Ispirata da un mondo incantevole e al tempo stesso avvolto nell’oscurità, ha sviluppato un’ampia gamma di tessiture sonore, uniche e melodiose, creando brani musicali non convenzionali e magnetici che riflettono una personalità alla costante ricerca della rarità nella musica.

ROBERTO SASSI

Membro attivo della scena rock underground italiana degli anni ’90 (Cardosanto, Anatrofobia), dopo essersi trasferito a Londra ha fatto parte di numerose band e progetti tra cui Vole, Snorkel, Forebrace, la Glenn Branca Orchestra e la compagnia di danza Cholmondeleys & the Featherstonehaughs.

Nel corso degli anni ha sviluppato un linguaggio musicale che ha portato il suo modo di suonare la chitarra dagli inizi del noise rock a lavorare nell’ambito della musica sperimentale e dell’improvvisazione libera, insieme a un interesse per il sound design per installazioni video e teatro danza. Come improvvisatore è stato membro regolare della London Improvisers Orchestra e ha collaborato con diversi musicisti tra cui Roland Ramanan, Ricardo Tejero, Pat Thomas, Alex Ward, Steve Beresford, Steve Noble, Alan Wilkinson, Rachel Musson, Terry Day, John Russell, Xabier Iriondo, Claudio Lugo, Marcio Mattos e Javier Carmona.

YONI SILVER

Il clarinettista basso e polistrumentista Yoni Silver ha al suo attivo avventure iperspettrali con l’Hyperion Ensemble di Iancu Dumitrescu; un duo clarinetto basso e percussioni con Steve Noble; un duo clarinetto basso/violino e voce posseduta con Sharon Gal; Denis D’or con Grundik Kasyansky e Tom Wheatley; un duo clarinetto basso e batteria con Crystabel Riley e performance solistiche con clarinetto basso amplificato. È apparso su etichette come Creative Sources, Confront Recordings, Wasted Capital, Chocolate Monk e Edition Modern.

OTTO WILLBERG

Otto Willberg è un improvvisatore che vive a Londra e suona il contrabbasso e il basso elettrico. Attualmente suona con il trio Ashley Pauls (ray), Yes Indeed (con Laurie Tompkins) e la band Historically Fucked.

Otto gestisce un sito web chiamato www.bootlegspatialrecall.net che è un archivio aperto e pubblico di riverberi dello spazio pubblico. Ha anche un disco da solista, “Barbaric Mystical Bored“, pubblicato su Why Eye. www.ottowillberg.com

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