News02 giugno 2025 11:55

Carlos Carlé e il grande gres

Il gres come materia dell’arte: appuntamento dal 6 giugno al 7 settembre al MuDA di Albissola Marina

Carlos Carlé e il grande gres

 

Materiale raro nella storia delle arti in Italia, il gres – impasto di argilla e altre componenti minerali cotto a elevate temperature – è al centro della mostra Carlos Carlé e il grande gres. Dodici artieri ad alta temperatura, in programma al Centro Esposizioni del MuDA – Museo diffuso Albisola, dal 6 giugno al 7 settembre 2025.
Un omaggio a Carlos Carlé (Oncativo, Argentina, 1928 – Savona, 2015), tra i principali scultori ceramisti del Novecento, a dieci anni dalla sua scomparsa.
Il progetto espositivo, a cura di Enzo Biffi Gentili, storico e critico delle arti applicate, è promosso dalla Fondazione Museo della Ceramica di Savona Onlus e dal Comune di Albissola Marina, in occasione della terza edizione del Festival della Maiolica (Baia della Ceramica, 6 – 8 giugno 2025).


La mostra celebra e rivaluta l’opera plastica dell’artista, argentino di nascita e italiano di adozione, a partire da una sua dichiarazione di poetica: «Noi ceramisti abbiamo la possibilità di creare la nostra materia». Materia che, per tutta la vita, sarà per Carlé quasi esclusivamente il gres. L’artista entra in contatto con la ceramica sin da giovanissimo: nella fabbrica di refrattari del padre sperimenta diversi tipi di cottura e di terre; incuriosito dall’effetto del fuoco, inforna i suoi primi manufatti a temperature elevatissime. Da allora, il suo interesse si rivolge ai materiali resistenti al calore estremo. Trasferitosi a Buenos Aires, negli anni ’50, Carlé conosce Ana Burnichón e aderisce ad Artesanos, movimento d'avanguardia di ceramica artistica nell'Argentina del Dopoguerra. Nel 1963, si trasferisce in Italia e lavora presso la fabbrica di ceramiche di Vincenzo Solimene a Vietri sul Mare. Dopo un viaggio in Francia, Germania, Danimarca e Olanda, in cui approfondisce la tecnica del gres (particolarmente diffusa in Nord Europa), nel 1966 arriva ad Albissola: qui resta per due anni, lavorando a stretto contatto in particolare con Wifredo Lam; nel 1973 torna e si trasferisce definitivamente nella cittadina ligure. Dai primi anni Settanta, Carlé è uno dei membri più attivi e stimati dell’Accademia Internazionale della Ceramica di Ginevra.

Dagli anni Ottanta, viene riconosciuto come un maestro in Giappone, dove la ceramica è considerata un’arte maggiore. Come sostiene il curatore della mostra, Biffi Gentili: «L’opera di Carlé va studiata individuando referenze e interferenze in quei prestigiosi contesti di ricerche internazionali». Ancora oggi, infatti, è manifesta l’influenza di Carlé sull’arte dell’argilla chamottata cotta ad alti gradi in Spagna, tra i Paesi Baschi e la Catalogna, a partire dalle traduzioni in ceramica di Hans Spinner per Chillida e Tàpies, fino ai muri siderali di Angel Garraza e alla possanza terrosa di Madola e Isabel Garay. Evidente anche l’ammirazione in Francia da parte di grandi virtuosi dei materiali duri come Bernard Dejonghe o Daniel Pontoreau.

Oltre la storia, quindi, il lavoro di Carlé dimostra una nuova attualità. Per questo la mostra albisolese mette in dialogo la sua opera con quella di dodici artisti nati tra gli anni Venti e gli anni Ottanta del ’900 in importanti luoghi della ceramica: Carlo Zauli (1926-2002), Nanni Valentini (1932-1985), Franco Bucci (1933-2002), Emidio Galassi (1944), Sandro Lorenzini (1948), Adriano Leverone (1953-2022), Danilo Trogu (1956), Roberto Castellano (1969), Simone Negri (1970), Marta Palmieri (1973), Olivia Cognet (1983), Francesco Ardini (1986). Artieri, come li definisce il titolo stesso della mostra: un termine che, nella visione di Biffi Gentili, esprime l’unione tra abilità artigianale e sensibilità artistica caratteristiche di queste figure capaci di incarnare una nuova idea di arte applicata.

Il percorso espositivo, con oltre 40 opere in mostra, dal punto di vista scientifico-disciplinare si configura come un saggio plastico-visivo che va alla ricerca di analogie compositive, estetiche, formali e cromatiche. A livello politico e culturale, rialimenta relazioni con i territori di riferimento ceramico di ogni artista. L’esposizione diventa quindi anche un viaggio dalla Liguria di Lorenzini, Leverone e Trogu alla Faenza di Zauli e Galassi; dalle Marche di Valentini, Bucci e Palmieri alla Lombardia di Negri; dalla Castellamonte di Castellano alle Nove di Ardini, sino alla Vallauris di Olivia Cognet.

 

Infine, il grande gres richiama anche una serie importante di sculture di Carlos Carlé, dalle dimensioni maiuscole, monumentali, ispirate a megaliti, menhir, dolmen, e arcaici muri. Un aspetto cruciale dell’opera dell’artista – in mostra sottolineato dalla partecipazione dello studio di architettura Peluffo & Partners – che non deriva solo dall’interesse di Carlé per scultori eccentrici, come Kengiro Azuma, Isamu Noguchi, Shamaï Haber a Rainer Kriester, ma anche dall’amore per il patrimonio archeologico del Sudamerica e della Liguria neolitica, tra Ponente e Provenza.

 

Carlos Carlé e il grande gres
A cura di Enzo Biffi Gentili
6 giugno – 7 settembre 2025
Centro esposizioni MuDA – Museo Diffuso Albisola
Albissola Marina

 

 

 

Carlos Carlé: il contesto albisolese e la rilevanza internazionale

Nella percezione dell’immagine e della cultura delle Albisole è fondamentale la memoria di quegli artisti, a partire dai futuristi, che per due stagioni – negli anni ’20-’30 e negli anni ’50-’60 del 1900 – lavorarono con straordinari artigiani locali, cambiando la storia della ceramica a livello internazionale.
Questo pensiero dominante, tuttavia, a volte ha messo in ombra differenti figure artistiche, altrettanto significative: è il caso di Carlos Carlé. Emigrato in Italia negli anni ’60, in un percorso inverso rispetto a quello della sua famiglia che espatriò in Argentina partendo dal Piemonte, nel 1966 Carlé giunge ad Albissola Marina, dove ancora dominano ricordi e presenze dell’età d’oro di Fontana, Jorn, Matta, Baj e Lam. Qui tornerà per trasferirsi definitivamente nel 1973. Pur stimando intellettualmente e artisticamente i colleghi, Carlé come scultore se ne discosta, materialmente e tecnicamente. Perché arriva come ceramista già ben formato, abituato sin da giovanissimo a convivere e ad amare la cottura e la trasmutazione delle terre ad alta temperatura. Del gres in particolare, da lui privilegiato come linguaggio ceramico: una scelta operativa allora inesistente ad Albissola, e poco diffuso in tutta Italia, dove il gres resta legato a esigenze produttive e a eccellenza industriali del made in Italy. Carlos Carlé è quindi un “eccentrico” a livello locale, che trova maggiori possibilità di riscontro in altre parti d’Italia, dove alcuni esponenti della sua generazione creativa si sono “greificati” negli stessi anni; e a livello europeo e mondiale, dove il gres in molti paesi, a partire dalla Francia, è un materiale espressivo ampiamente adottato dalla fine dell’Ottocento (non a caso Carlé viene premiato alla Biennale di Vallauris), fino al Giappone, dove l’artista è stato onorato con mostre in importanti musei come quelli di Kyushu e Saga.

 

Carlos Carlé (Oncativo, Córdoba, Argentina, 1928 - Savona, 2015) - Biografia

Carlos Carlé nasce a Oncativo, nella provincia di Cordoba, in Argentina, il 27 luglio del 1928. I suoi primi contatti con la ceramica avvengono da giovanissimo: nella fabbrica di refrattari del padre sperimenta diversi tipi di cottura e di terre; incuriosito dall’effetto che il fuoco produce sulla materia, inforna i suoi primi manufatti a temperature elevatissime. Da allora il suo interesse si rivolge ai materiali resistenti alle alte temperature, con una particolare predilezione per il gres. Nel 1938 si trasferisce con la famiglia a Buenos Aires, dove studia letteratura e design. Negli anni '50 conosce Ana Burnichón che gli offre l'opportunità di approfondire le sue conoscenze tecniche. Aderisce al gruppo Artesanos, movimento ceramico d'avanguardia argentino. Nel 1958, partecipa alla fondazione del Centro per l'arte ceramica e inizia a esporre in città europee come Bruxelles e Praga. Nel 1963 si trasferisce in Italia e lavora presso la fabbrica di ceramiche di Vincenzo Solimene a Vietri sul Mare. Intraprende un viaggio che avrà una profonda influenza sulla sua opera, in Francia, Germania, Danimarca e Olanda per approfondire la conoscenza in particolare della tecnica del gres, particolarmente diffusa nei paesi nordici. Nel 1966, giunge ad Albisola dove rimane due anni, lavorando a stretto contatto con Wilfredo Lam, con il quale stringe una duratura amicizia. In questi anni subisce l’influenza di artisti come Lucio Fontana, Arnaldo Pomodoro, Antoni Tàpies, Asger Jorn e Jean Dubuffet. Arricchito da queste esperienze in Europa, torna in Argentina, dove a partire dagli anni Settanta vive un’intensa stagione espositiva. Partecipa alla XII Mostra della Ceramica a Buenos Aires, dove riceve il Gran Premio Adquisición. Nel 1972 viene nominato membro dell'Accademia Internazionale della Ceramica di Ginevra e l'anno successivo si trasferisce definitivamente ad Albisola. Nel 1974 viene premiato al XXXII Concorso Internazionale della Ceramica Artistica Contemporanea di Faenza e riceve il Grand Prix alla V Biennale Internazionale de Ceramique d'Art di Vallauris, in Francia. Nel 1980 compie il suo primo viaggio in Giappone, ospite dell'Accademia Internazionale della Ceramica a Kyoto. Nel 1985 le sue opere saranno esposte al Museo Hetjens di Düsseldorf e al Museo della Ceramica di Barcellona.

Dal 1986 al 1989 partecipa all’Incontro dei ceramisti contemporanei dell'America Latina. Nel frattempo, tiene una mostra personale delle sue opere al Museo Sívori di Buenos Aires e all'Espace Latino-Americain di Parigi. Nel 1989 è invitato alla Mostra della Ceramica di Pechino e partecipa alla mostra itinerante Con fuoco: Keramikszene Italien (Zurigo, Francoforte e Düsseldorf). Negli anni Novanta vince il XXXI Premio Suzzara (1991) e partecipa alla mostra itinerante al Museo del Kyushu in Giappone. Nel 1993 la città di Savona gli dedica una retrospettiva presso la Fortezza del Priamar. Nel 1996 espone al Saga Prefectural Art Museum in Giappone. Nel 1997 riceve dal Comune di Albissola Marina l'Oscar alla Carriera. Nel 2000 la città di Padova, nell'ambito della IV edizione di Scultura all'Aperto, ospita una mostra personale delle sue opere. Nello stesso anno, Barge, paese d'origine dei suoi antenati in provincia di Cuneo, gli concede la cittadinanza onoraria; realizza la scultura permanente Megaliti per Barge. Insieme al caro amico Ansgar Elde, viene chiamato a realizzare un pannello in ceramica per il sottopasso di Albissola Marina. Nel 2002 è membro della giuria del Festival Internazionale della Ceramica di Mino (Giappone), della VI Biennale della Ceramica de Il Cairo, Egitto, e della XVIII Biennale Internazionale della Ceramica di Vallauris in Francia. L'Accademia Internazionale della Ceramica presenta i suoi lavori in due mostre: 2002 Hellas ad Atene e presso l'Icheon World Ceramic Center in Korea. Nel 2005 è invitato ad esporre con Laura Vegas al Castello di Roccavignale (Savona) e il Palazzo Ducale di Genova gli dedica la mostra Omaggio a Carlé. Nel 2006 realizza, insieme ad Aurelio Caminati ed Emanuele Luzzati, il progetto L’Onda per il lungomare di Albisola. Nel 2007 è invitato alla mostra Concreta al Palazzo Pretorio di Certaldo (FI). Per il suo ottantesimo compleanno, il Circolo degli Artisti di Albissola Marina gli rende omaggio con una personale alla Pinacoteca Civica di Savona. Sempre nel 2008 riceve il Premio internazionale Viaggio attraverso la ceramica. Nel 2009 gli viene conferita la cittadinanza italiana. Nel 2011 partecipa alla mostra organizzata al Palazzo della Meridiana di Genova, nell'ambito della 54ª Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, per commemorare il 150° anniversario dell'Unità d'Italia. Espone a Parigi, presso la Galleria Jean-Marc Lelouch. Nel 2012 espone alla Galleria Elvire Gardonne di Vallauris e partecipa alla mostra Il volto della materia a Carema (TO). L’anno successivo si tiene una mostra personale ad Albissola, contemporaneamente al Circolo degli Artisti, alla galleria Il Bostrico e nel giardino di casa Il Geco. Nel 2014 partecipa a Artisti d'Oriente e d'Occidente presso la Nobile Contrada del Nicchio di Siena e, insieme a Laura Vegas, presso la Galleria Gulli di Savona. Nel 2015 espone ne La scultura ceramica contemporanea in Italia organizzata presso la Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma. Nello stesso anno partecipa alla rassegna La ciotola come metafora – organizzata a Siena dalla Nobile Contrada del Nicchio Arte dei Vasai. Muore a Savona il 9 aprile 2015.

 

Carlos Carlé e il grande gres. Dodici artieri ad alta temperatura

6 giugno – 7 settembre 2025 | Da martedì a domenica, ore 10-12 e 17-19

Centro esposizioni MuDA – Museo Diffuso Albisola, Albissola Marina

Progetto realizzato da

Fondazione Museo Della Ceramica di Savona Onlus, Comune di Albissola Marina

Nell’ambito di

Festival Della Maiolica | Savona, Albisola Superiore, Albissola Marina, Celle Ligure, 6 – 8 giugno 2025
Con il sostegno di

Fondazione De Mari CR Savona, Fondazione Cento Fiori

Con il patrocinio di

Fondazione Giuseppe Mazzotti 1903, Parco Del Beigua – UNESCO Global Geopark


A cura di

Enzo Biffi Gentili

Assistente curatore

Daniele Panucci

Progetti educativi

Fondazione Museo della Ceramica di Savona Onlus

Progetto grafico

gaggeroservente

Stampe e materiali d’esposizione

Kreo SRL, Centrocopie e servizi dei F.lli Bonino

Fotografie

Claudio Pagnacco, Jorge Felix Diaz Urquiza, Gabriela Lucero, Sara Pelazza, Samuele Silva, Paolo Ramagli

Catalogo

Vanillaedizioni, Collana MuDA Books
Traduzioni

Claudia Orsi

 

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