Dopo quattro anni di impegno e risultati concreti, USEI APS (Unione di Solidarietà degli Ecuadoriani in Italia – APS) annuncia che il progetto di accoglienza femminile “Benvenuta a Casa” a Savona, giunge alla sua naturale e proficua conclusione.
Il progetto “Benvenuta a Casa” è stato concepito durante la pandemia, proprio quando le assistenti familiari (badanti) si sono trovate in una situazione di particolare vulnerabilità, non essendo state considerate negli interventi di supporto sociale del governo italiano. L'obiettivo era quello di offrire una soluzione abitativa temporanea a queste lavoratrici (soprattutto straniere) che, a seguito di difficoltà o della cessazione del rapporto di lavoro, avevano bisogno immediato di un alloggio, senza poter affrontare impegni finanziari gravosi e vincolanti. Il progetto e stato un concreto sostegno per numerose donne, permettendo loro di superare momenti di fragilità con dignità e in sicurezza e ha rappresentato un esempio possibile di soluzione abitativa.
Il successo di "Benvenuta a Casa" è il risultato tangibile dell'impegno e dello spirito di squadra dei volontari di USEI APS. La loro dedizione, unita al generoso e prezioso contributo di istituzioni, associazioni, amici e sostenitori, ha reso possibile la realizzazione di questa iniziativa significativa per il territorio.
Per celebrare la conclusione di questo importante percorso e ringraziare tutti coloro che hanno contribuito, USEI APS terrà venerdì 20 giugno, ore 17, un incontro presso la propria sede operativa a Savona, sita in via Giacchero snc angolo Corso Colombo alla quale sono state invitate le autorità locali e i rappresentanti del volontariato territoriale e sostenitori.
“Benvenuta a Casa per noi è stata come una sfida, - dice Leila Caola, volontaria USEI nonché ideatrice del progetto – cioè dimostrare di essere in grado di fornire una risposta ad una specifica necessità, all’interno del grande problema abitativo. Riuscendoci, possiamo dire adesso, con cognizione di causa, che questo problema è risolvibile se mettiamo da parte diffidenza e pregiudizi per mettere in campo la disponibilità e la volontà di fare.
Speriamo vivamente che questo progetto non resti un caso isolato, ma che costituisca un esempio di buone pratiche a cui dare seguito perché la solidarietà e il lavoro di rete possono generare un impatto reale e positivo nella vita di tante persone.
Ringraziamo di cuore tutti i volontari, i sostenitori e le istituzioni che hanno creduto in noi, in particolare Fondazione Agostino De Mare e le associazioni: Telefono Donna, ANTEAS, ANOLF, ACLI, Al Rahama e AUSER.