News15 luglio 2025 14:17

Follia, poesia e verità

A Laigueglia un omaggio ad Alda Merini con una serata di voci, musica e riflessioni

Follia, poesia e verità



Martedì 15 luglio, alle ore 21.15, nell’Auditorium delle Opere
Parrocchiali di Laigueglia, si terrà una serata speciale dedicata ad
Alda Merini, intitolata “Follia, poesia e verità”. Un evento a ingresso
libero che intreccia parole, musica e pensiero critico per ricordare una
delle voci poetiche più intense, profonde e controverse del Novecento
italiano.

La serata sarà condotta da Maria Vittoria Barroero. Le letture saranno
affidate a Daniela Bruzzone e Simonetta Pozzi, mentre l’accompagnamento
musicale sarà curato dal chitarrista Gianpaolo Grollero.

Al centro dell’incontro, l’intervento dello psichiatra e scrittore
Giacinto Buscaglia, dal titolo “Ciò che la psichiatria non sa dire”. Un
contributo che esplora la tensione profonda tra istituzioni
psichiatriche e creatività, utilizzando la vicenda biografica e poetica
di Alda Merini come lente d’ingrandimento. Buscaglia ricostruisce i
ricoveri della poetessa, in particolare gli anni trascorsi nel manicomio
milanese Paolo Pini, e si sofferma su quanto la sua voce poetica sia
riuscita a emergere non nonostante, ma talvolta anche grazie alla
convivenza con il dolore psichico.

«Sono nata il 21 a primavera / ma non sapevo che nascere folle, / aprire
le zolle / potesse scatenar tempesta», scriveva Merini, con lacerante
lucidità. In quei versi si condensa l’anomalia che lei rappresentava per
la psichiatria: una paziente, certo, ma anche una creatura
incandescente, capace di convertire la follia in visione, la fragilità
in bellezza, il trauma in arte.

L’evento è promosso dall’Associazione Vecchia Laigueglia in
collaborazione con il Dopolavoro Ferroviario e il Centro Pannunzio, con
il patrocinio del Comune e della Parrocchia.

In un tempo in cui la malattia mentale è ancora spesso ridotta a
silenzio o semplificazione, Alda Merini ci parla ancora con disarmante
intensità: «La mia follia è stata la mia libertà». Rileggere la sua
opera significa anche interrogare le istituzioni, i pregiudizi e gli
sguardi che ci accompagnano quando parliamo di fragilità e di arte.

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