"Agli operai della Esso di Vado Ligure è arrivata una doccia freddissima in questo inizio di autunno: una lettera di licenziamento per 31 di loro su un organico di 90 lavoratori. I vertici dell’azienda hanno comunicato gli esuberi non lasciando altra soluzione alle maestranze se non scendere in sciopero per protestare vigorosamente contro questo piano di ristrutturazione che taglia un terzo della forza-lavoro" dichiarano dalla segreteria provinciale di Rifondazione Comunista.
"La delocalizzazione prevista sposterà la produzione a Budapest, Praga o Bangkok, dove il costo del lavoro è notevolmente più basso rispetto all’Italia. Si tratta di una politica aziendale che non tiene in minimo conto le esigenze del mondo del lavoro e che fa affari sulla pelle delle lavoratrici e dei lavoratori senza alcuno scrupolo, mettendo anche in crisi l’indotto collegato alla fabbrica e creando un ulteriore problema socio-economico sull’intero territorio del Vadese e per la provincia di Savona".
"I lavoratori di Esso parlano di un organico che, nel tempo, è stato sostituito (con ristrutturazioni anche recenti, esattamente quattro anni fa) e quindi implementato con forze giovani che, dunque, se licenziate, non potranno avere alcuna uscita pensionistica, nessun scivolo sociale per ottenere un minimo di garanzie di sopravvivenza per sé stessi e per le famiglie.
Rifondazione Comunista è solidale con le lavoratrici e i lavoratori della Esso di Vado Ligure, sostiene la loro lotta senza se e senza ma, auspicando che, ad iniziare dal sindaco e dal consiglio comunale arrivino anche manifestazioni ed espressioni di vicinanza seguite da un impegno istituzionale che corrobori l’azione sindacale e che faccia leva, per quanto possibile e ottenibile, in tutte le sedi competenti, nei modi previsti, per poter significare che un’azienda deve tenere in conto i bisogni di coloro che vi lavorano da molti anni e che, quindi, non possono essere messi da parte in questo modo".