Cultura05 novembre 2018 15:14

Il pastore di stambecchi. Storia di una vita fuori traccia

Martedì 6 novembre alle 18 alla Ubik incontro con la scrittrice Irene Borgna. Introduce Grazia Franzoni. A cura del CAI Club Alpino Italiano di Savona

Il pastore di stambecchi. Storia di una vita fuori traccia

“Louis Oreiller parla con la voce della montagna e ascoltarlo riempie di meraviglia, ancora più che di nostalgia”  (Paolo Cognetti)

Nella sua valle, sa il carattere di ogni canalone, di ogni balza di roccia. Riconosce le volpi, i camosci, le vipere, i gipeti. Può chiamare per nome ogni valanga. La montagna per Luigi Oreiller non è una sfida, né una prestazione. È la sua casa di terra e di cielo, un orizzonte a cui appartenere.

Luigi nasce nella povertà e cresce con la guerra. Valdostano ma “anche” italiano, trascorre i suoi 84 anni a Rhêmes Notre Dame, venti comignoli rubati alla slavina al fondo di una valle stretta e dal fascino selvatico. Da ragazzo, armato dalla fame, è cacciatore, contrabbandiere, manovale. Quando diventa guardiaparco e poi guardiacaccia, cambia sguardo. Stagione dopo stagione, trasforma gli alberi in sculture, “scava” tassi e marmotte, parla con i cani, le mucche, le galline. A volte anche con gli uomini. Quello di Oreiller è un mondo ormai perduto, travolto da una modernità senza pazienza, da un fiume di gente che torna ma non resta. Eppure, nei suoi occhi, nelle sue mani nodose e forti, tutto ha ancora memoria e lui ha memoria di tutto.

 “Il pastore di stambecchi. Storia di una vita fuori traccia” (Ponte alle Grazie editore)

 

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