Adesso scopriamo pure dell’impossibilità del Comune a gestire la Biblioteca Civica con conseguente passaggio ad una Cooperativa.
E il bello è che la consigliera Pongiglione ha parlato della Biblioteca in Commissione consiliare due giorni fa, ma la povera Rodino non si è neppure sognata di mettere a parte i consiglieri di opposizione di queste “sopraggiunte” difficoltà gestionali.
Eppure la Biblioteca Civica, in una città normale, dovrebbe rappresentare l’orgoglio di un'amministrazione ed essere il punto di riferimento delle attività culturali che il Comune dovrebbe non solo stimolare, ma promuovere direttamente attraverso organizzazione e gestione.
La biblioteca Civica a Savona ha avuto direttori illustri come lo storico Filippo Noberasco o un uomo di profonda cultura come Sebastiano Amande e in essa lavorò anche il nostro massimo poeta Giuseppe Cava, Beppin da Cà.
Un altro pezzo di necessaria gestione pubblica di un bene primario che se ne va, in una città che non è mai stata tanto disastrata, degradata e trascurata.
E la questione non è la qualità culturale dell'eventuale cooperativa, tra l'altro tutta da verificare, ma un ulteriore sfregio all’identità cittadina.