È notizia di oggi il blitz delle forze dell'ordine nelle aree ex Piaggio della ridente Finale Ligure: abbandonate dopo lo scoppio della bolla immobiliare e quindi non più utili a un'immediata cementificazione, servivano come rifugio a decine di senzatetto.
Italiani e stranieri, senza distinzione perché la povertà non ha colore.
È democratica, la povertà.
“Messa in sicurezza”, l'obiettivo dell'operazione dei Carabinieri, e fin qui niente da dire: una società che si dice civile non può consentire che decine di persone vivano nel degrado, tra gli escrementi propri e altrui.
La domanda è un'altra: adesso cosa ne sarà di quelle persone?
Accompagnate in caserma, identificate, e poi? Ora si penserà a trovare una sistemazione dignitosa per ciascuna di loro?
O passata la foga mediatica dello “sgombero” verranno un'altra volta lasciate al loro destino? A cercare un'altra fabbrica abbandonata, ché siamo area di crisi complessa, o a dormire sotto i portici di via Paleocapa?
Perché forse per qualcuno dormire in strada è davvero una scelta, dovuta alle sofferenze, al delirio o all'alcool, chissà; ma certamente per molti un tetto è un desiderio.
Forse irrealizzabile, nella Liguria degli inutili palazzi di lusso, dove i poveri sono sempre di più.
Chi non ha ancora letto la storia di Gaetano può farlo a questo link: www.fivedabliu.it/2018/01/06/quello-che-mi-resta/