Salute & Veleni29 marzo 2019 07:37

Ospedale San Paolo, quel che c’è e quel che serve

Il Comitato Amici del San Paolo: nel territorio dell’Asl 2 mancano 22 direttori a causa del blocco delle sostituzioni, inoltre il San Paolo è l’unico tra gli ospedali provinciali liguri privo di un centro ictus di I livello e di un servizio angiografico. La popolazione savonese ha quindi, nelle gravi patologie in emergenza/urgenza tempo dipendenti, un trattamento sanitario difforme e inferiore rispetto a tutte le altre popolazioni liguri

Ospedale San Paolo, quel che c’è e quel che serve

Ecco le richieste del Comitato, riviste alla luce di quanto emerso al convegno sul Priamar del 22 febbraio. 

1. Secondo le leggi dello Stato e le buone pratiche scientifiche, gli ospedali e le specialità devono essere presenti dove c’è più popolazione e proporzionali al numero delle patologie attese, in modo che la pratica clinica abbia la casistica sufficiente per erogare una buona qualità medica.

2.     La riorganizzazione della rete ospedaliera dell’Asl2 da poco conclusa ha istituito un unico presidio ospedaliero articolato in due stabilimenti (San Paolo e Santa Corona) con strutture complesse (reparti) sia doppie (una per stabilimento) sia trasversali (una unica sui due stabilimenti) non consentendo la legge una diversa organizzazione a causa dei numeri insufficienti della popolazione del bacino di utenza.

3.     Logica vorrebbe che le strutture trasversali debbano erogare prestazioni della propria specialità ai pazienti dei due stabilimenti ospedalieri in modo uniforme tenendo conto in particolar modo delle emergenze/urgenze. Il che significa che i pazienti non dovrebbero essere spostati, aumentando col trasferimento il pericolo per il loro stato di salute, ma dovrebbero essere le équipes medico sanitarie a spostarsi nella sede dove c’è l’emergenza.

4.     Le strutture trasversali dovrebbero essere attrezzate con le strumentazioni necessarie nelle due sedi e personale specializzato adeguato a sostenere il servizio nelle due sedi.

5.     La riorganizzazione avvenuta in oltre due anni ha comportato, secondo una esplicita direttiva del Presidente della Regione, il blocco delle sostituzioni dei Direttori pensionati o dimissionari. Ciò ha prodotto ad oggi la mancanza di circa 22 direttori nei due stabilimenti ospedalieri e nel territorio dell’Asl2 che si somma alla pesante carenza di personale in tutti i settori dell’ASL2 . Un esercito decimato senza generali.

6.     La problematicità dell’attuale situazione si riverbererà nei prossimi anni in quanto così tante procedure concorsuali richiederanno anni per espletarsi.

7.     In questo quadro, fra le carenze organizzative e strutturali del San Paolo di Savona colpisce il vedere che rispetto agli altri ospedali provinciali liguri il nostro è l’unico privo di:

o   un centro ictus di I livello. Il Centro Ictus è un’area degenziale con letti monitorati e personale dedicato riservata ai pazienti con ictus. Il ricovero in Centro Ictus non solo consente di curare al meglio i pazienti che vengono sottoposti alle moderne terapie tempo-dipendenti, ma migliora anche la mortalità e l’invalidità di tutti i pazienti ivi ricoverati, indipendentemente dal tipo di ictus e dal fatto che il paziente sia stato o meno sottoposto alle terapie del caso. L’assenza di un Centro Ictus impedisce ai circa 350 cittadini savonesi che ogni anno vengono ricoverati per questa patologia, di giovarsi di questa riduzione di mortalità e invalidità che è invece garantita agli altri cittadini liguri. La necessità di diffondere i Centri Ictus in Italia è stata più volte ribadita dallo stesso Ministero della Salute, attraverso i Quaderni della Salute del 2012, il Decreto Ministeriale n. 70 del 2015 e la Commissione Affari Sociali del 2017. Lo stesso Consiglio Regionale della Liguria ha già approvato all’unanimità, in data 29 giugno 2016, la mozione per l’istituzione di un Centro Ictus di I livello presso l’Ospedale San Paolo di Savona, che però non ha avuto alcun esito pratico.

o   un servizio angiografico indispensabile per le emergenze/urgenze per le gravi patologie vascolari (malattie tempo dipendenti) e per la medicina moderna mininvasiva. L’ASL2 ha redatto un progetto richiesto dalla Regione al fine di ottenere strumento e la Regione Liguria lo scorso dicembre 2018 ne ha finanziato l’acquisto. Alla data odierna le procedure per l’acquisizione non sono ancora attivate dall’ASL2.

8.     Da quanto sopra esposto è evidente che la popolazione savonese gravitante naturalmente sul San Paolo (165.000 abitanti residenti, oltre un milione di passaggi crocieristici, attività portuali e industriali con rischi di incidenti sul lavoro, non ultimi i problemi connessi alla caduta del ponte Morandi) ha, nelle gravi patologie in emergenza/urgenza tempo dipendenti, un trattamento sanitario difforme e inferiore rispetto a tutte le altre popolazioni liguri.

La situazione sopra descritta è assai contradditoria con la classificazione del San Paolo come “OSPEDALE DI RIFERIMENTO DEL TERRITORIO DELL’ASL 2” contenuta nella Legge Regionale di riorganizzazione della rete ospedaliera.

9.     A ulteriore conferma della necessità del centro ictus e dell’angiografo all’ospedale di riferimento di Savona, è utile la seguente riflessione sui trasporti dei pazienti sulle autoambulanze verso il Pronto Soccorso. Poiché sul veicolo non è presente personale medico con relative attrezzature diagnostiche indispensabili per fare la diagnosi, è gioco forza dirigersi verso il San Paolo da tutta l’area valbormidese-savonese dove, come già detto, non c’è il centro ictus né l’angiografo con l’équipe relativa. I pazienti, dopo attenta valutazione degli specialisti, quando le cure necessarie non possano trovare nel San Paolo una esauriente e rapida effettuazione, vengono trasferiti urgentemente in altro ospedale più idoneo accompagnati da un medico sperando che nel trasferimento non succeda il peggio.

com

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