Contromano12 novembre 2019 11:41

A regola d'arte

Vittorio Sgarbi si chiede se ci voglia una bacchetta magica per valorizzare Savona e sostiene che la nostra città debba farsi conoscere. Pensa ad un evento di prestigio e respiro nazionale per rilanciare la cultura in città: una Biennale della Ceramica

A regola d'arte

Savona, come lo stesso Sgarbi sottolinea, è dotata di Beni Culturali che spesso si presentano come vere e proprie eccellenze sia in campo architettonico, sia per quanto riguarda le opere conservate nei Musei civici.

La ceramica ha caratterizzato la storia, la cultura e l'arte di questa zona influenzando aspetti della vita quotidiana. Pensiamo alla cucina ligure che vede l'impiego di pentole di coccio o contenitori per le olive in salamoia. Contemporaneamente le maestranze locali realizzavano pregevoli oggetti in "bianco/blu". Testimonianze di queste produzioni dal Quattrocento in avanti sono conservate nel Museo della Ceramica.

Per non parlare della presenza dei laggioni in qualche atrio di palazzo del centro storico, delle decorazioni ceramiche liberty e cromaticissime del Palazzo dei Pavoni in via Paleocapa, per approdare al Tempietto del Boselli, vero e proprio tempietto ceramico, opera neoclassica rivestita di maiolica.

Ad Albissola dove sono ancora presenti antiche fornaci che risalgono al Quattrocento, la produzione era, come a Savona, di ceramica popolare e del noto "bianco/blu".

Agli inizi del Novecento Albissola ha la fortuna di vivere una delle sue stagioni più fortunate, quella futurista, con Tullio d'Albissola della famiglia Mazzotti, che fonda con gli altri artisti uno dei centri più importanti del Futurismo italiano.

Negli anni '60 Albissola vive un'altra grande stagione con gli artisti della seconda generazione del Futurismo che fa da ponte tra le avanguardie della prima metà del '900 e l'arte contemporanea del secondo dopoguerra.

L'esperienza policroma della pavimentazione della Passeggiata degli Artisti, che è un esempio di Arte ambientale composto da 20 pannelli di venti artisti provenienti da varie parti d'Europa, costituisce una testimonianza permanente dell'immaginazione creativa collettiva del gruppo futurista di Albissola.

Siamo quindi d'accordo con Sgarbi sul fatto che Savona ed Albissola meritino di essere conosciute e apprezzate con un progetto di un evento che mostri un legame col territorio e valorizzi ciò che c'è già nascendo dalla specificità del luogo. Ma la promozione e il rilancio della cultura non può esaurirsi in un evento, per quanto prestigioso e di richiamo. Deve indispensabilmente concretizzarsi in una serie di interventi stratificati e radicati nel tessuto storico, sociale e architettonico della città, interventi attualmente latitanti.

Ci si domanda: ha senso promuovere un'iniziativa di glamour mediatico senza contestualmente mettere in sicurezza e restaurare opere architettoniche (tempietto Boselli, palazzo Della Rovere, complesso del San Giacomo, ecc...) e artistiche che versano a tutt'oggi in stato di degrado? Siti e opere che si avviano verso l'inevitabile corrosione distruttiva del tempo e avrebbero invece impellenti necessità di essere recuperati in maniera concreta, non con superficiali quanto inutili interventi provvisori di toelettatura finalizzati a qualche evento.

E ancora ci si chiede: i fondi per un'operazione d'immagine non corrono il rischio di essere stornati da altre urgenze, visto che i nostri Beni Culturali hanno sofferenze da tempo irrisolte come la difficile e precaria situazione del Museo Archeologico sito di notevole interesse?

Marco Ravera - Consigliere comunale Rete a sinistra
Maurizia Nichelatti - Rete a sinistra

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