Che poi intendiamoci, 55 significa piazzarsi a metà classifica, ben lontani dai primi posti: ma qui non essere ultimi significa già sentirsi primi e d’altronde tra un anno si vota.
Il comunicato degli assessori, oltre a qualche disputa con l’ortografia, presenta pure una certa difficoltà nella comprensione dei testi (sapete quando a scuola vi dicevano “ascolta e poi rispondi alle domande”, ecco, quello)
Si asserisce che “la città di Savona passa dal 75° posto del 2018 al 55° del 2019”, che questo “conferma la corretta strada intrapresa da questa Amministrazione” e che “la nostra Città, dopo anni di inerzia amministrativa, sta svoltando”.
Italia Oggi parla di province e non di città: l’Amministrazione, velocissima nel rilevarlo quando Savona scende, sembra altrettanto pronta a dimenticarlo quando conviene.
Quanto alla nostra povera Savona, la svolta è sotto gli occhi di tutti: allietata da fumo e frastuono di traghetti dell’anteguerra e navi grandi come città, con gli asfalti e i polmoni devastati dalle centinaia di TIR quotidiane, non le resta che osservare desolata il “salotto buono” delle interdizioni canine ridotto a un deserto di vetrine vuote e serrande abbassate e i cumuli di rumenta che traboccano ovunque, mentre celebra un semaforo pagato da Costa che ci è costato una banchina e 18 milioni di euro pubblici.