L’idea della nuova Commissaria UE è certamente la migliore che abbiamo sentito negli ultimi anni: investire fortemente sulle politiche ambientali e riconvertire aziende inquinanti creando così non solo una migliore qualità di vita ma anche ricchezza e opportunità di lavoro.
Quale notizia migliore per la Liguria, che vive da tempo una crisi economica resa ancor più tremenda dal disastro delle infrastrutture?
Perché è qui che crollano i viadotti, ed è qui che il mare si sta mangiando le fondamenta dell’Aurelia: l’ultimo caso ieri a Capo Noli, dove i droni dei Vigili del Fuoco hanno mostrato le condizioni a dir poco inquietanti del muro di contenimento ormai quasi completamente eroso.
È qui che ormai è impossibile spostarsi e lavorare.
Ma a quanto pare proprio la nostra regione rischia di restar fuori dal fondo per la “transizione giusta”, mentre altre regioni come Lombardia e Piemonte starebbero già facendo i loro passi.
Eppure di grandi investimenti ambientali ci sarebbe gran bisogno, in Liguria.
La centrale a carbone spezzina da riconvertire, ma anche tre grandi porti con le banchine da elettrificare.
Ma l’assessore regionale Giampedrone dichiara al Decimonono che non sa se gli interventi sulle banchine portuali potranno esser fatti rientrare nell’ambito di questa golosa tranche di investimenti europei.
Ed è l’esponente del PD Benifei a far capire che la Liguria, pur ben rappresentata a Bruxelles, non esiste in Europa a livello di attività di lobby.
Insomma, non solo i nostri parlamentari a Roma sembrano essersi dimenticati della regione che li ha eletti, ma anche nelle istituzioni europee a quanto pare contiamo meno del due di picche.
E la regione delle lobbies non riesce a fare attività di lobby.
Il massimo del minimo.