Crisi Complessa08 settembre 2018 06:24

Calizzano e il bosco delle scarpe di lusso. La Liguria che (r)esiste dietro al crollo del ponte

“Esportiamo in Francia, Inghilterra, Giappone, Messico, Marocco”. La Legnoform, una piccola azienda familiare di Calizzano (Savona), probabilmente non entrerà mai nelle cliccatissime recensioni di Chiara Ferragni, ma molte scarpe di lusso di Gucci, Geox e Dolce & Gabbana cantate dagli influencer, vengono realizzate proprio grazie alle sagome di legno che la famiglia Danna ricava dalla più grande faggeta d’Italia: quella appunto di Calizzano

Calizzano e il bosco delle scarpe di lusso. La Liguria che (r)esiste dietro al crollo del ponte

Sbozzati a mano con una sega a nastro – un lavoro che richiede un’attenzione estrema – questi blocchi di legno vengono spediti ai formifici che li trasformano in piedi di tutte le taglie,su cui modellare sia scarpe di lusso, sia i modelli di plastica utilizzati per le scarpe di uso quotidiano.

“L’azienda esiste da 70 anni – racconta Bruno Danna, il titolare della Legnoform – Mio padre e mio zio erano commercianti di legname e, prima della guerra, girando per i boschi, videro dei carbonai che sceglievano i pezzi più belli, li sagomavano con la scure e li vendevano a un signore che li portava alle fabbriche di scarpe di Vigevano.

A Gorreto, in alta Val Trebbia, provarono ad usare una sega a nastro, ma dato che c’erano pochi faggi, nel ’51 si sono trasferiti a Calizzano. Abbiamo cominciato a usare il faggio e poi il carpino, ma dobbiamo farlo arrivare dalla Francia, perché gli alberi di qui sono troppo sottili”.

Mentre parliamo, la telecamera di Mario Molinari inquadra un muletto che stiva centinaia di sagome di legno in una camera stagna dove vengono sterilizzate a vapore perima di essere messe ad essiccare per almeno quattro mesi.

“I modelli in legno vengono usati per le scarpe di lusso – spiega Roberta Danna, che ha preso le redini dell’azienda, ma che avrebbe potuto tranquillamente fare anche la modella – Così come i tendiscarpe, che servono sia a tenere in forma la scarpa che ad assorbire l’umidità che si forma all’interno. Vengono usati soprattutto in Francia e in Inghilterra perché lì c’è una cura maggiore della scarpa che non da noi in Italia”.

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Mimmo Lombezzi per Il Fatto Quotidiano

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