Si legge di “guerra mediatica” e di un certo generico benaltrismo: il territorio ha ben altri problemi, eccetera eccetera.
Ma ordine pubblico che significa? Qualcuno temeva orde di antifascisti armati fino ai denti a turbare i “relatori” tartarugati?
Così commenta sulla sua pagina facebook il segretario della CGIL Andrea Pasa: “Bene. In questi giorni abbiamo fatto tutti (gli antifascisti) un buon lavoro. Ma l'amministrazione comunale non dica che sono "motivi di ordine pubblico". Per favore. Abbiate il coraggio di dire le cose come sono. Fuori i fascisti!”
Dello stesso tenore il commento che la capogruppo PD in Comune di Savona Barbara Pasquali affida alla sua bacheca: “Molto bene! Anche se la motivazione della revoca non puó essere l’ordine pubblico. Sui principi e sui valori dell’antifascismo siamo uniti, siamo compatti. É altrettanto certo che queste sono basi che ci accomunano, ma non possono essere, da sole, sufficienti per una proposta politica alternativa. Da qui si puó partire, ma la strada da fare è ancora tanta”.
La spinosa questione non cessa di far discutere da giorni: la sinistra ha preso posizione con forza appena emersa la notizia, e solo poche ore fa il Coordinamento Antifascista Savonese offriva ironicamente “alla dirigente scolastica Daniela Ferraro e ad eventuali interessati facenti parte dell’amministrazione comunale di Carcare un corso di formazione ed aggiornamento in storia, filosofia e scienze politiche”.
Probabilmente le amministrazioni risparmierebbero un sacco di tempo e fatica, se comprendessero che sui rigurgiti neofascisti è meglio prendere una posizione chiara e precisa fin da subito.
Così avrebbero più tempo per risolvere “i veri problemi” delle città che amministrano.
LNS
