“Primi passi concreti per la realizzazione del casello dedicato alla piattaforma Vado Gateway, in località Bossarino. E' di queste settimane una lettera dell’Autofiori inviata al Comune in cui si parla dell'avvio ufficiale di tutte le procedure necessarie per arrivare all'affidamento dell'opera. Dalla valutazione di impatto ambientale, fino alla progettazione definitiva che è attesa per i primi mesi dell'anno, presumibilmente entro il mese di febbraio. Se questo iter procedurale sarà confermato, come sembra, saranno rispettati i tempi di realizzazione per i quali Autostrada dei Fiori si era impegnata nel cronoprogramma firmato nel 2018, ovvero avere il casello pronto entro il 2023.”
Questo si legge, sulla Stampa di oggi: è stata mandata una lettera.
Una lettera, a dieci anni dall’accordo di programma per una piattaforma sul mare che nessuno voleva, ma che è stata fatta: perché tra tanti nessuno e pochi qualcuno, han vinto questi ultimi.
Quindi la prima nave tra un paio di mesi o poco più attraccherà sulla novella piattaforma Maersk, ma tranquilli, nel 2023 ci sarà il casello.
Cosa volete che siano tre, quattr’anni di delirio tra Legino e la superstrada di Vado, che sarà anche super ma di certo non era fatta per accogliere, oltre a tutto il resto, 800 TIR al giorno.
TIR che non sapranno dove parcheggiare, naturalmente. Ma anche per questo, pazienza: se la fila di camion sotto il casello di Savona arriverà ad Albisola non lamentiamoci, è il progresso.
E anche quando il beato casello dovesse veder la luce tra i fumi dei TIR, l’A10 resterebbe quella che è: due corsie strette, quasi sempre senza corsia d’emergenza, censita già oggi tra le autostrade più pericolose d’Italia. Ma val ben la pena di accettare qualche rischio, per il progresso.
Lavoro notte e giorno, per avere il casello tra 4 anni: lavori d’urgenza, ovviamente.
Quelli non ce li facciamo mancare mai, ché così i bandi e gli appalti son più snelli, senza la menata di dover guardare le White List antimafia.
E d’altra parte mica si sapeva, fino a ieri, che era in costruzione una piattaforma container nella baia di Vado.
Mica si era giurato che a parte i (pochi) TIR che sarebbero approdati al fiammante casello di Bossarino, tutto il resto della merce si sarebbe spostata su ferro.
Mica c’è stato un referendum, per chiedere ai vadesi se erano d’accordo: e comunque, se ci fosse stato, avrebbero votato tutti sì.