Salute & Veleni30 aprile 2020 16:27

Luminosa in porto: non se ne esce

Barbara Pasquali presenta l’interpellanza di Italia Viva sulla Costa Luminosa, attraccata e fumante dallo scorso 20 marzo a pochi metri dalle case benché autosufficiente dal punto di vista del cibo a bordo, e ricorda come Arpal abbia riferito che la centralina di via Amendola è ovviamente inadeguata per un affidabile monitoraggio degli inquinanti e faccia riferimento tra l’altro a un monitoraggio eseguito tra il 2017 e il 2018

Luminosa in porto: non se ne esce

Pasquali ricorda anche che il Sindaco, responsabile della salute pubblica, dovrebbe contemperare gli interessi in gioco, perché il problema va affrontato e non si può nascondere la testa sotto la sabbia.

Il presidente del consiglio Giusto interrompe prontamente mentre la consigliera ancora espone: il tempo a disposizione è scaduto.

Caprioglio invece di tempo a disposizione ne ha parecchio, e fa tutta la cronistoria dei carteggi relativi alla nave per poi giungere a due conclusioni: che deve essere fatto un monitoraggio (per certificare che una nave da crociera coi motori accesi da 40 giorni inquina, ndr) e che a dare risposte deve essere il Ministro dei trasporti.

“Chiarimenti - afferma il Sindaco - sono stati dati ai cittadini fin dall’inizio, da prima dell’arrivo della nave. Ho partecipato quotidianamente all’unità di crisi in Prefettura. I carteggi e l’attenzione sono stati su un doppio binario: garantire lo sbarco in sicurezza e la salubrità dell’aria ma non solo. Invito il consigliere Pasquali a visionare il carteggio che è molto tecnico: i problemi erano tanti: smaltimento dei reflui e dei rifiuti. E la banchina, ricordo, è di Costa.”. 

Quindi, diritto di affumicare gli astanti, ndr.

Varie le deroghe, continua Caprioglio, emesse per lo scarico delle acque reflue in rete fognaria. 

Il 27 marzo è giunta la richiesta del comitato Porto Elettrico e dal Comune è partita una lettera ad Autorità portuale, ASL, Arpal e agli altri enti interessati.

Il 2 aprile Arpal si è proposta per un monitoraggio, però a pagamento (sic).

È del 3 aprile una nuova proroga per lo scarico reflui.

Comune e Provincia, prosegue il Sindaco, hanno chiesto altri chiarimenti a Costa che “ha risposto un paio di volte” con dati estremamente tecnici. 

Il 15 aprile il Comune scrive nuovamente ad Autorità portuale e agli altri enti coinvolti chiedendo risposte dettagliate: mentre Costa risponde alle richieste puntuali della Provincia, il 24 parte un’altra lettera  dal Comune ad Autorità portuale che (testuale) “non ci risponde più”, per chiedere un monitoraggio ambientale. 

Nostra Signora AP, manco a dirlo, non s’è ancora degnata di rispondere e chissà se mai lo farà.

La Provincia nel frattempo manda una nota in cui si rende disponibile a un supporto tecnico amministrativo e chiede ad Arpal di valutare l’impatto con modelli diffusionali. 

Secondo Caprioglio dovrebbe intervenire il Ministro delle infrastrutture e trasporti, “perché ci troviamo in una situazione nuova: le navi da crociera non sono mai state ferme nei porti: noi continuiamo a chiedere monitoraggi che non possono essere fatti da questa amministrazione ma devono esser fatti all’interno degli spazi portuali”.

Quanto a spostare la nave presso gli alti fondali, la soluzione non è praticabile: “l’avevo chiesto - dice Caprioglio - ma la Capitaneria di porto ha detto che la nave ostruisce l’ingresso in caso in cui eventi climatici dovessero obbligare le navi di Corsica Ferries a riparare nel nostro porto.”

Barbara Pasquali si dichiara (a ragione) non soddisfatta dalla risposta: “prima che si metta in moto il rilevamento dati per poi dire che la nave inquina, finisce tutto. La nave va all’80% della potenza e ogni membro dell’equipaggio consuma energia come 258 persone. Non ci vogliono rilevazioni per arrivare a conclusioni diverse, una soluzione va trovata.

Altrimenti tra tre mesi siamo ancora qui ad aspettare le rilevazioni dell’Arpal.”

Che, temiamo, è esattamente quello che succederà.

LNS

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