Il Silvano dei conti dichiara mestamente al Decimonono “Non escludo che vada a gambe all'aria il piano di riequilibrio e che le casse di Savona, dopo tanta fatica da parte dei cittadini, tornino in default”, minacciando che la vittoria delle opposizioni a Palazzo Sisto sulla Tari ricadrà crudelmente sulla testa dei contribuenti, costretti a pagarne il fio per le prossime tre generazioni.
Nel frattempo si ricomincia a parlare di elezioni comunali, ché il 2021 è dietro l’angolo e la città è comprensibilmente ansiosa di lasciarsi alle spalle il prima possibile l’era Caprioglio con le sue cocenti delusioni.
E così ecco apparire, come ogni quinquennio da trent’anni a questa parte, il nome dell’avvocato Marco Russo che col suo Laboratorio si è mosso per tempo con una serie d’incontri poi interrotti come tutto il resto dal covid. Sarà la volta buona?
Abbiamo poi la auto - candidatura dell’ineffabile Piero Santi, democristiano di vecchia scuola nonché unico in tutta la giunta a non esser detestato dai cittadini. La descrizione migliore ce l’ha fornita proprio ieri un amico: “Lui è una brava persona perché davvero si sbatte per tutti. Se tu vuoi costruire un muretto e il tuo vicino non vuole, lui si sbatte tantissimo sia per te, sia per il tuo vicino”. Per favore, no.
Infine Alessandro Berta, direttore dell’Unione industriali che chissà perché dovrebbe rovinarsi la vita impelagandosi nelle pastoie di palazzo Sisto: intelligente, preparato e antifascista non di facciata. Troppo bello per essere vero.
E Silvano, come cantava Jannacci…