News04 agosto 2020 09:02

Quarantacinque metri sopra una terra da ricostruire

Dice molto, la foto che Giovanni Toti ha postato sulla sua pagina prima della cerimonia di inaugurazione del nuovo viadotto genovese. Racconta di una sobrietà un po’ forzata, di un trionfalismo impedito solo dallo sguardo vigile di Sergio Mattarella

Quarantacinque metri sopra una terra da ricostruire

Ed è stato proprio Mattarella, che non ha preso la parola durante l’inaugurazione ma che ha parlato a lungo in privato coi familiari delle vittime, a mostrare meglio di tutti il significato profondo della giornata di ieri, onorando ancora una volta l’Istituzione che rappresenta.

Il discorso “presidenziale” è stato affidato a Renzo Piano, e da alcuni è stato visto come il primo passo dell’architetto verso il Quirinale. Piano ha comunque offerto al Paese un’ottima orazione, di memoria e di pace.

Per quanto ci riguarda, ci sarebbero voluti 43 minuti di silenzio e poi tutti a casa.

La cerimonia comunque è stata nel complesso sobria come si sperava, nonostante i selfie, le Frecce Tricolori e i mesi di trionfalismi che l’hanno preceduta. 

L’assenza del Comitato parenti delle vittime bruciava come uno schiaffo sui guancioni presidenziali: Egle Possetti intervistata in serata da La 7 ha ripercorso la serie infinita di inaugurazioni - la prima pietra, la prima campata e chi più ne ha più ne metta - e ha concluso dicendo che ne sarebbe bastata una, quella di ieri. 

Come a dire che se la tragedia del ponte Morandi fosse stata trattata come il lutto nazionale che è e non come un trampolino elettorale anche lei, ieri, si sarebbe fatta forza e sarebbe salita lassù, per dare a Genova un segnale di vicinanza e di speranza per il futuro, quel futuro che ai suoi cari è stato rubato.

La “stella” di Toti è risultata insomma un po’ offuscata dal comportamento impeccabile del Presidente della Repubblica, dal discorso di Piano e dall’assenza dei parenti delle vittime.

Non ci dispiace. 

Quanto alla povera Liguria, finalmente ha di nuovo il suo ponte, ma non deve ringraziare solo il celebratissimo “modello Genova”: i soldi ce li ha messi il Governo e son quelli che i cittadini spendono per le tasse, e il progetto ce lo ha messo, gratis, Renzo Piano. 

Resta da sperare che chi lo gestirà farà del suo meglio, stavolta, per tenerlo in piedi. 

E che nel futuro della Liguria ci siano meno passerelle e più attenzione alle reali condizioni di vita di chi si ostina, soprattutto per amore, a vivere qui.

LNS

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