News22 agosto 2020 22:25

Sansa a Savona: ecco di cos'avrei voluto parlare

La giornata nel Savonese di Ferruccio Sansa avrebbe dovuto concludersi con un incontro importante: un dibattito in piazza con il direttore dell’Unione Industriali Alessandro Berta e il Segretario della Camera del Lavoro Andrea Pasa (video)

Sansa a Savona: ecco di cos'avrei voluto parlare

L’incontro, ne abbiamo dato conto su queste pagine, è saltato perché il Comune ha negato l’autorizzazione.

Il candidato a presidente della Regione per il centrosinistra è comunque passato da Corso Italia, dove era previsto il dibattito, e ha parlato a lungo con le molte persone che lo stavano aspettando. 

“Non abbiamo bisogno dei loro timbri” ha detto Sansa, “per parlare. Non abbiamo neppure bisogno di slogan per la sanità, come Toti: anziché trovare slogan noi vorremmo le macchine per la radioterapia, i finanziamenti per l’Ospedale di Cairo Montenotte, per il Felettino a La Spezia, per l’oncologia di Sarzana. Per le cure.

Certo è un peccato che ci impediscano, oggi, di parlare di imprese e lavoro, che ci privino del confronto democratico proprio quando è emerso che il Comune di Savona è stato sanzionato dal Garante per le comunicazioni per la conferenza stampa di Toti su Villa Zanelli”.

Abbiamo chiesto a Ferruccio Sansa di cosa avrebbe voluto parlare oggi, e la sua risposta è un fiume in piena: “Toti evita il faccia a faccia sulla sanità. 

Adesso forse teme anche che possiamo avere un dialogo con gli imprenditori? Stasera avremmo voluto descrivere ai savonesi alcune delle nostre idee per rilanciare l’industria e il lavoro a Savona, Vado e in Valbormida. 

Ci sono alcune scelte strategiche e altre scelte più concrete da compiere: in questi 5 anni non si è trovata una strategia unitaria per il comprensorio savonese, ma il rilancio dell’impresa a Savona dipende proprio da questo: da un disegno unitario. 

Soltanto nell’area di crisi complessa ci sono 38 aree industriali dismesse per 1,6 milioni di metri quadrati.

Noi pensiamo di dedicare questi spazi all’industria green, sostenendola con sgravi.

Pensiamo anche a misure per accompagnare concretamente le piccole e medie imprese che hanno bisogno di credito. La Regione e i suoi uffici faranno da tramite tra imprese e banche dal punto di vista della burocrazia, dell’informazione alle aziende e soprattutto cercheranno di ottenere velocità nei prestiti, perché anche una piccola impresa sana, se ha una crisi di liquidità, rischia di perdere mesi decisivi per ottenere un credito.

E di non sopravvivere.

Noi ci impegniamo a realizzare un piano per arrivare a ottenere in tempi rapidi i finanziamenti che arriveranno dai fondi europei e che possono salvare l’economia della Liguria. 

Parliamo di somme tra i tre e i sei miliardi di euro: in concreto, pensiamo di dedicare a questo un assessorato specifico. 

Pensiamo a uffici potenziati, che si occuperanno esclusivamente di finanziamenti europei. Basta con le sedi vuote, buone solo per i ricevimenti. Noi vogliamo creare un Cantiere Europa, dove sarà possibile ottenere tutte le informazioni sui bandi e le opportunità offerte dalla UE.

Un’altra cosa per noi molto importante sarà la creazione di specifiche competenze regionali capaci di realizzare progetti e assistere i Comuni nella progettazione europea: e dovrà trattarsi di competenze di massimo livello, perché la Liguria in Europa ad oggi semplicemente non esiste.

È un vero peccato che non ci sia stato concesso il dibattito stasera, anche perché avremmo parlato di infrastrutture. 

Quelle infrastrutture che sono indispensabili per il lavoro e per mettere in connessione le diverse aree produttive di Savona sia tra loro sia con l’esterno.

Penso alla linea ferroviaria Cairo Savona, con l’aggiunta del secondo binario tra San Giuseppe e Savona. 

Penso a realizzare treni bidirezionali per il traffico nella riviera, tra Varazze e Finale Ligure.

Penso all’ammodernamento della ferrovia Torino - Savona con il raddoppio, alla elettrificazione e alla riapertura della Cuneo - Savona. 

Penso al casello di Bossarino, che sarà ovviamente indispensabile per gestire il traffico su gomma connesso con la piattaforma di Vado.  

Penso all’Aurelia bis, ancora da completare: mancano 40 milioni, ma negli ultimi mesi del 2020 la gara verrà riaperta.

Interessante sarebbe stato anche confrontarsi con le opportunità che derivano dall’elettrificazione prevista delle banchine del porto, opportunità che non sono solo ambientali ma anche lavorative.

Il centrodestra non parla di ambiente, ma parla poco anche di lavoro e di impresa. 

Almeno noi, oggi, avremmo voluto farlo”.

LNS

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