Da un lato abbiamo il presidente della Liguria, che vede un “piacere penitenziale” nel lockdown natalizio paventato dal Governo e s’industria a trovare anche simpatici neologismi espressivi: “Basta con questa pandemia emotiva, dove un giorno si apre e il giorno dopo si chiude sulla base di una foto, degli umori sui social o della paura del momento” strilla da Facebook l’assessore alla sanità regionale, che lancia l’Esselunga con buona pace del piccolo commercio e guai a chi protesta, ché i mugugnoni possono attaccarsi al tram.
Dall’altro abbiamo un Governo che riapre bar e negozi e si scandalizza se poi la gente ci va.
E che manda nei talk show il commissario a tutto a parlar di vaccini (ma non ce l’abbiamo un ministro?) e a tuonare contro gli assembramenti “insopportabili” mentre si diletta a disegnare primule sui padiglioni che verranno allestiti nei centri delle città a simboleggiare la rinascita.
Peccato che quando si passa all’atto pratico, ovvero medici e infermieri, Arcuri ammetta candido: “speriamo di trovarli”.
Insomma come al solito l’Italia è ridotta a sperare nel miracolo, ma dove troverà il Nostro tremila medici e dodicimila infermieri?
Forse sotto la primula, come funghi.
Allucinogeni.