Contromano04 gennaio 2021 09:44

Il Piano, piano piano

Il primo mito da sfatare è che le critiche ad Arcuri possano giungere solo da destra. Su questo giornale, per esempio, la cosa più di destra che potete trovare son le previsioni meteo, eppure Arcuri non ci ha mai convinti

Primule fuori stagione

Primule fuori stagione

Non ci ha convinti la sua app Immuni che non parlava con le ASL.

Non ci ha convinti il continuo rimpallo con le Regioni, perché il Governo aveva modo di centralizzare la gestione sanitaria.

Non ci han convinto i banchi a rotelle.

Non ci han convinti i padiglioni Primula, che rischiano un destino esclusivamente mediatico a beneficio dei droni e di chi li fa volare.

E non ci piace la risposta che ha inviato, due giorni fa, alla scuola di giornalismo della Luiss che chiedeva conto del piano vaccinale: “L’elenco completo dei centri designati per la somministrazione del vaccino contro il coronavirus è ancora in divenire, ragion per cui non si dispone ancora di un’elencazione dei centri vaccinali come da lei richiesta”.

Siamo d’accordo che iniziare a dire che non funziona niente dopo una settimana dalla prima puntura sia eccessivo. 

Vediamo che in alcune regioni la vaccinazione avanza più speditamente e in altre meno. 

La Liguria dell’auto proclamato Efficientissimo, al secolo Giovannino Toti, è per esempio - mentre scriviamo - al quindicesimo posto della surreale classifica sulle dosi somministrate (2.582 sulle 15.920 arrivate). Eppure lui dice che andiamo alla grande.

Il mai abbastanza citato Marco Revelli scrive: “Non c’è innocenza nella tragedia della seconda ondata. 

C’è una catena di colpe non egualmente distribuite, in cima alla quale sta – con evidenza solare, solo a voler guardare – il pessimo funzionamento dell’ordinamento regionale, nato male con la frettolosa legge 281 del 1970 e peggiorato colpevolmente con la famigerata riforma del Titolo V del 2001: la prima operazione di resilienza a cui metter mano, in senso ostinato e contrario a ogni assurda richiesta di autonomia differenziata. 

Seguita a ruota dall’atteggiamento governativo: non di “questo” governo, ma di tutti quelli che si sono succeduti negli ultimi decenni, di tutta la classe di governo, vecchia o nuova che sia dato che si tratta di un vizio che si apprende non appena entrati nel Palazzo, e che illude che basti deliberare per governare.”

In una situazione come questa, ha senso dare in mano a un uomo solo tutte le urgenze, incoronandolo imperatore dell’emergenza sanitaria, Commissario alle forniture, Commissario alla scuola, Commissario ai vaccini, Commissario all’Ilva?

Tanto più se l’uomo in questione è sotto la lente della Corte dei Conti per gli stipendi ma rifiuta di rispondere alle domande che non gli piacciono e parla di calcio ridicolizzando una giornalista che gli chiede conto di temi serissimi.  

“Un Paese che danza sul filo di una possibile crisi di governo mentre le zone rosse si allargano sulle sue mappe e i numeri non ne vogliono sapere di tornare sotto controllo, che garanzia può dare della propria capacità di gestire un processo complesso come la somministrazione di milioni di dosi in pochi mesi?” si chiede Revelli.

Ed è proprio questa la garanzia che l’Italia si aspetta da Arcuri. 

Può il Commissario darcela?

 

https://volerelaluna.it/commenti/2021/01/04/sul-ponte-sventola-bandiera-bianca/?fbclid=IwAR3-uIUlXk92kD5vmPYTwRdP5HfPbU9PS-IZ4z6vEtW2rhQnWFEttdkypGM

LNS

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