”Inutile fare corse - scrive Toti nel suo comunicato stampa di ieri - restiamo in attesa della programmazione da parte della struttura commissariale”.
E di corse qui in effetti non sembra farne nessuno: la Liguria nell’andamento della campagna vaccinale è ultima.
Dopo il Molise, dopo la Calabria.
Lo specchietto pubblicato sul Corriere è impietoso, come lo studio della fondazione Gimbe che stigmatizza la grande quantità di dosi somministrate a personale non sanitario in Liguria.
Alle critiche di Ferruccio Sansa e del resto dell’opposizione seguite alla pubblicazione del Gimbe ha risposto il medico leghista savonese Brunello Brunetto, sostenendo in sostanza che sia più sicuro salvaguardare le persone che ruotano attorno agli ospedali e alle RSA anche quando non rientrano nelle categorie più a rischio.
Un discorso che tocca agli epidemiologi valutare e non a noi: certo però la scarsità di dosi che arrivano avrebbe reso preferibile ai nostri occhi profani che i primi ad esser vaccinati fossero quelli che sono a contatto con i pazienti.
E visto che la Regione chiede giustamente chiarezza all’imprescindibile Arcuri dovrebbe garantire a sua volta la massima trasparenza, pubblicando su un portale apposito chi è stato vaccinato per fasce d’età, gruppi di priorità e categorie professionali - come ha chiesto il PD in una mozione.
Altrimenti pensar male è un attimo, perché tra Toti e Arcuri la situazione della Liguria è confortante più o meno quanto quella lombarda.
Solo che, irrilevanti come siamo, la cosa non importa a nessuno.