News18 marzo 2021 15:49

Savona succube del Porto. Ma il problema è Savona

Marco Russo, candidato del Patto per Savona, torna sul documento strategico discusso martedì in Consiglio comunale, mettendo in luce gli errori dell'amministrazione: "Se il rapporto tra città e porto è sbilanciato, se il porto da molto tempo si considera un pezzo separato dalla città, ciò dipende dalla inadeguatezza della città"

Savona succube del Porto. Ma il problema è Savona

Sostengo da tempo che Savona debba ambire a ristabilire una nuova alleanza con il suo porto e il documento di pianificazione strategica discusso martedì in consiglio comunale ne rappresenta la base strategica, perché fissa l’obiettivo di una più stretta integrazione delle attività portuali con il contesto urbano. 

Per questo la preparazione del documento avrebbe dovuto coinvolgere la città nelle sue articolazioni economiche e sociali, ed essere anche un’occasione per l’Amministrazione di svolgere appieno il ruolo di Comune capoluogo e di riferimento territoriale. Non è un aspetto formale ma sostanziale, poiché lo stesso Documento di Pianificazione fissa come metodo prioritario il percorso partecipativo. 

È stato quindi un grave errore di questa Amministrazione, che ha ricevuto la prima bozza un anno fa, l’aver mantenuto il rapporto con l’Autorità di sistema solo sul piano tecnico, senza visione politica e senza mai coinvolgere il Consiglio comunale prima dell'approvazione finale.  

Ciò ha impoverito il documento, che doveva essere migliorato, e ha fatto arrivare la città impreparata all’appuntamento.

Se il rapporto tra città e Porto è sbilanciato, se il Porto da molto tempo si considera un “pezzo separato” dalla città, ciò dipende dalla inadeguatezza della città. 

Quindi da ora in poi non dovrà essere così e, in vista della predisposizione del Piano Regolatore Portuale, dovrà essere ripresa una più ampia discussione. 

Il DPSS rappresenta una grande sfida per la città, perché fissa tre obiettivi fondamentali: competitività; sostenibilità ambientale; valorizzazione del territorio, obiettivi che sono l’essenza di una azione di governo di una città. 

La declinazione di questi obiettivi, alcuni purtroppo non adeguatamente sviluppati, toccano aspetti di grandissima importanza. Ne cito due: la viabilità in entrata e in uscita dal porto, sia su gomma (dunque il completamento dell’Aurelia bis) sia su ferro (purtroppo solo accennato); il rinnovamento energetico, che va molto oltre la sola elettrificazione delle banchine, prospettando un grande progetto ambientale. 

Ma, oltre a ciò, vengono individuate le aree di co-progettazione tra Porto e Città, strategiche per il nostro futuro. 

Innanzitutto il tratto che va dalla Torretta ad Albissola, con la definizione dello svincolo in entrata e uscita dalla Aurelia Bis, il recupero di aree cruciali come le ex Funivie e il completamento della passeggiata a mare, con viabilità ciclabile. In secondo luogo, l’arenile di ponente, la cui gestione, compreso il problema dell’erosione, deve vedere in ogni caso un ruolo da protagonista del Comune, visto l’enorme impatto che le spiagge hanno sulla città. Infine, le aree a mare della fortezza del Priamar, simbolo della integrazione tra Porto e Città. 

L’elenco sarebbe ancora lungo, ma da questi pochi esempi si comprende la portata della sfida che la città si trova davanti, una sfida che non può prescindere da una forte sinergia del comprensorio e dal coinvolgimento dei cittadini e delle categorie economiche e sociali.  

Quindi dobbiamo lavorare fin d’ora per mettere la città in condizione di essere all’altezza del compito con una propria progettualità: una amministrazione che guarda al futuro deve saper coinvolgere la città, svolgere un ruolo comprensoriale, avanzare proposte e fare sintesi. 

La città deve vedere un motore dello sviluppo nel Porto che, a sua volta, deve vedere nella riqualificazione della città un'occasione di sinergia fondamentale per il rilancio del nostro territorio.

com

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