Contromano05 giugno 2021 09:48

Revisionismo d'accatto

La Savona del 25 aprile e del 2 giugno non può tollerare le colpevoli omissioni comprese nelle frasi pronunciate dalla Signora Sindaco della Città in occasione dell’inaugurazione di una stele dedicata a Sandro Pertini (di Franco Astengo)

illustrazione: Mimmo Lombezzi

illustrazione: Mimmo Lombezzi

In quelle parole, che è esagerato definire come componenti di un discorso, è stato completamente omesso il ricordo del Pertini capo dell’antifascismo italiano, perseguitato e condannato alla galera e al confino, compagno di Antonio Gramsci nel carcere di Turi, guida della Resistenza, artefice della Liberazione della Italia del Nord per opera dei partigiani: l’atto che ha restituito all’Italia la propria identità nazionale perduta nell’ignominia della guerra voluta dal Regime e dalla Monarchia.

Sandro Pertini nel dopoguerra rappresentò poi la continuità storica e politica dell’antifascismo italiano, fino al punto nel luglio del 1960 di rappresentare il riferimento di una lotta che impedì agli epigoni del regime di tornare al governo del Paese.

Ancora più intollerabile, nelle parole della Signora Sindaco, l’accenno al nostro Palazzo di Giustizia allora sito in Palazzo Santa Chiara (oggi colpevolmente abbandonato): in quelle aule Pertini non esercitò soltanto l’attività forense (avendo lo studio distrutto dalle squadracce) ma fu imputato in uno dei più celebri processi di quel periodo, quello relativo alla fuga di Filippo Turati in Francia, episodio fulgido della prima Resistenza. In quell’occasione Pertini fu imputato assieme al martire Carlo Rosselli e a Ferruccio Parri, futuro comandante “Maurizio”, capo del CLN e primo presidente del Consiglio all’indomani della Liberazione.

In questo caso non si può pensare a un episodio di semplice incultura, essendo quanto riportato anche in questa occasione universalmente noto.

Si è trattato di un episodio di revisionismo d’accatto che deve essere giudicato severamente come un tentativo di rifiuto della grande storia della nostra Città e delle sue donne e uomini migliori.

p. IL GRUPPO “IL ROSSO NON E’ IL NERO”

(Franco Astengo)

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