Urbanistica, Decentramento e quartieri, Infrastrutture, Edifici storico/culturali, Viabilità sono affidati a Massimo Arecco, vicesindaco fino a ieri, eletto nel 2016 con la Lega di Salvini dalla quale è uscito sbattendo la porta e ora vicino a Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni.
Sviluppo Economico e Attività Produttive, Politiche attive del Lavoro (?), Demanio, Progetti per l’Innovazione (?), Azioni per la Smart City (!) e per l'Agenda Digitale, Personale a Maria Zunato (Lega).
Politiche della Sicurezza, Polizia Urbana, Edifici Scolastici a Roberto Levrero (Lega).
Sport, Impianti sportivi, Manifestazioni e Spettacolo, Protezione Civile a Maurizio Scaramuzza, eletto nella lista civica a sostegno di Caprioglio e passato alla Lega.
Lavori Pubblici e Manutenzioni, Verde pubblico (?), Servizi Demografici e Cimiteriali, Prevenzione e Gestione dissesto idrogeologico, Interventi su rii e fiumi, Promozione aree demaniali a Piero Santi, i cui manifesti campeggiano in città sotto il simbolo Toti per Savona.
Sociale, Sanità, Politiche Scolastiche ed Educative, Politiche Abitative, Integrazione e Convivenza (con ruspe?), Rapporti con il Volontariato a Ileana Romagnoli (Forza Italia).
Infine il plenipotenziario Silvano Montaldo con deleghe ad Ambiente e Ciclo dei rifiuti, Bilancio, Società Partecipate, Economato, Tributi, Trasporto Pubblico e una lunga carriera in Forza Italia.
Senza tessere di partito il sindaco Ilaria Caprioglio, che infatti funge da capro espiatorio, e gli assessori nominati in corsa Rodino e Sotgiu che difficilmente finiranno negli annali.
Questi sono i politici che hanno “governato” Savona negli ultimi cinque anni.
I risultati si vedono.