News11 settembre 2021 11:25

Colonie bergamasche ed ex hotel Pescetto: il presidente della Commissione Antimafia scrive al Comune di Celle

"Sembra che ci siano abbondanti ragioni per affermare che non sono i cittadini, impegnati a far valere il rispetto delle leggi, a danneggiare l’onorabilità degli Amministratori e dell’Ente, ma siano questi, piuttosto, a non considerare nel modo dovuto i loro interlocutori e garantire la trasparenza dei loro comportamenti". Ecco la lettera firmata da Nicola Morra con altri due senatori, un deputato, consiglieri regionali e comunali

Colonie bergamasche ed ex hotel Pescetto: il presidente della Commissione Antimafia scrive al Comune di Celle

Egr. Sig. Sindaco  

del Comune di Celle Ligure  

Caterina Mordeglia  

Egr. Sig. Vicesindaco  

Giovanni Siri  

Egr. Sigg. Assessori  

Mariapaola Testa  

Giorgio Siri  

Stefania Sebberu  

comunecelle@postecert.it  

  

Roma, 09 settembre 2021  

Noi sottoscritti  

Sen. Dott. Prof. Nicola Morra, Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia 

Dott. Luigi Gaetti, già senatore della Repubblica, Vicepresidente della Commissione Antimafia e  Viceministro dell’Interno  

Sen. Avv. Mattia Crucioli, già Vicepresidente della Commissione Giustizia del Senato 

On. Dott. Alberto Zolezzi  

Cons. Reg. Giovanni Battista Pastorino, Capogruppo  

Cons. Reg. Fabio Tosi, Capogruppo  

Cons. Com. Prof. Franca Guelfi  

Cons. Com. Dott. Pietro Corona  

Prof. Daniela Pongiglione, già Cons. Com. di Savona 

Prof. Doris Zanatta  

Francesco Pini  

Venuti a conoscenza dell’affidamento, da parte di codesta Giunta comunale, di un incarico legale per  tutelare i propri interessi e le ragioni dell’Ente, contro soggetti esterni in relazione a rilevanti pratiche  edilizie, ci permettiamo di presentare le considerazioni sotto riportate.  

1) Una rilevante pratica edilizia riguarda la c.d. Colonia Bergamasca, che ha visto una prima  approvazione urbanistica dell’intera lottizzazione da parte della Giunta di codesto Comune, ha  successivamente conseguito il permesso di costruire relativamente al primo lotto.  

La lottizzazione ed il permesso consentono la demolizione degli edifici e la loro ricostruzione in  accorpamento con altri, con l’aumento volumetrico del 35 % della parte fuori terra.  La legge regionale n. 49/2009, ai sensi della quale sono state rilasciate le approvazioni, obbliga al  rispetto della normativa del PTCP – Piano Paesistico Regionale.  

Tale normativa recita testualmente: “Non è pertanto consentito costruire nuovi edifici, né alterare  quelli esistenti se non per adeguarli ai caratteri propri della zona”.  

Tralasciando per il momento la prima parte riguardante eventuali nuovi edifici, vediamo di togliere  ogni incomprensione riguardante la seconda parte, traducendo in termini correnti;  Non è consentito = non si può  

Alterare = cambiare (forma: ingrandire, alzare, allargare, restringere, abbassare, ecc)  Quelli esistenti = le costruzioni che ci sono. 

 

Assembliamo ed otteniamo: non si può (possono) cambiare le costruzioni che ci sono.  L’adeguamento ai caratteri della zona è stato escluso anche dalla Regione per il fatto che non c’era  niente da adeguare: era tutto adeguato.  

Allora, nel primo intervento di più case se ne è fatta una, è stata ingrandita del 35 % fuori terra, più  l’interrato non conteggiato: non è forse evidente che gli edifici esistenti sono cambiati e la legge non  è stata rispettata? Voi stessi avete dato la risposta. Dopo le segnalazioni pervenuteVi ed i successivi  esposti avete riconsiderato tutto ed avete deciso di annullare il permesso di costruire già rilasciato,  di modificare la convenzione della lottizzazione e di emettere nuova autorizzazione che, per  assicurare il rispetto del PTCP, prevede la demolizione di altri due volumi senza la ricostruzione.  

Dunque avete riconosciuto, almeno parzialmente, che il permesso di costruire rilasciato non era  legittimo e l’esponente aveva avuto ragione a segnalarlo.  

Ma è normale che chi ha torto quereli chi ha ragione?  

In conseguenza della modifica apportata l’aumento complessivo di volume risulta ora più contenuto,  residuandone, peraltro, una quantità ancora considerevole. Si ricorda che si è fatto riferimento al  volume fuori terra, rimanendo inconsiderato quello interrato il quale, in area ambientalmente  vincolata, andrebbe egualmente conteggiato.  

Tuttavia, non è assolutamente mutato il rapporto con la norma: non si può cambiare le  costruzioni che ci sono. Queste sono cambiate nella stessa misura di prima!  

Aggiungiamo ora che in area vincolata la demolizione con ricostruzione non fedele è considerata  nuova costruzione, restando quindi disattesa anche la prima parte della norma (non è pertanto  consentito costruire nuovi edifici). Limitando all’essenziale la disquisizione sulla distanza dalla via  Aurelia, con l’osservazione che l’ambito non è di trasformazione e che il piano di lottizzazione non  pone alcuna prescrizione planimetrica, così come precisato anche nella convenzione, dobbiamo  concludere, in coerenza con il pronunciamento del Servizio Urbanistica di Regione Liguria e  dell’Assessore regionale, che le segnalazioni e gli esposti non sono frutto di distorto accanimento.  

Buona parte di noi sottoscrittori è artefice, per la stessa pratica, di due esposti dovuti a quello che è  loro apparso come un incomprensibile ritardo ad adottare provvedimenti o a correggere totalmente  quanto approvato; tutti stiamo confortando quelle argomentazioni: dovremo temere successive  querele e accuse di intralciare il lavoro degli Uffici del Comune di Celle Ligure?  

2) Un’altra pratica edilizia comportante notevoli criticità riguarda l’ex Hotel Pescetto. Il TAR ne ha  confermato diverse e non si è pronunciato nel merito riguardo ad altre. Sarebbe compito  dell’Amministrazione verificarle, tenendo presenti le considerazioni del Tribunale.  Ce ne è già a sufficienza per poter dire che gli esposti erano sostanzialmente corretti.  Avendo appena presentato, noi firmatari della presente, un esposto che dovrebbe essere  conclusivo (QUI), dobbiamo temere, anche per questa pratica, azioni giudiziarie a nostro danno?  

Sembra, in conclusione, che ci siano abbondanti ragioni per affermare che non sono i cittadini, impegnati a far valere il rispetto delle leggi, a danneggiare l’onorabilità degli Amministratori e dell’Ente,  ma siano questi, piuttosto, a non considerare nel modo dovuto i loro interlocutori e a garantire la  trasparenza dei loro comportamenti.  

Si ricorda, a tal proposito, che codesta Amministrazione non sempre ha fornito gli elementi per capire,  fra l’altro, quanto accaduto nelle gare di appalti pubblici, contrassegnate da anomalie non trascurabili, a  partire dal lontano appalto assegnato ad un’impresa di Reggio Calabria tutt’altro che limpida, gravato di  aspetti oscuri, che l’attuale capogruppo consiliare di opposizione, allora Sindaco, e l’attuale Sindaco  allora Assessore ai lavori pubblici, dovrebbero ben ricordare. 

 

Ci permettiamo ancora di rammentare che un ritardo nell’adottare i provvedimenti previsti dalla legge, ingiustificato per l’esiguità degli elementi da giudicare e per la facilità di giungere alla definizione, ad  ogni giorno che passa vede incrementato inutilmente il valore dei lavori eseguiti i quali potrebbero  essere destinati alla demolizione.  

Distinti saluti.  

Nicola Morra  

Luigi Gaetti 

Mattia Crucioli 

Alberto Zolezzi 

Fabio Tosi 

Franca Guelfi .  

Pietro Corona 

Daniela Pongiglione 

Doris Zanatta 

Francesco Pini  

  

red

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