News12 settembre 2021 18:33

Savona: il rilancio dei quartieri

La riflessione sul tema del decentramento deve partire dalla constatazione dei tentativi fin qui svolti per ritrovare una qualche funzione dopo la chiusura delle Circoscrizioni (di Franco Astengo)

Savona: il rilancio dei quartieri

La legge 26 marzo 2010 n.42 convertendo il DL 25 gennaio 2010, n.2 (governo Berlusconi) chiudeva l’esperienza delle circoscrizioni nelle città inferiori a 100.000 abitanti anche se capoluogo di provincia.

Con le elezioni comunali del 2011 anche a Savona le circoscrizioni chiudevano i battenti: una storia, quella del decentramento savonese, iniziata fin dagli anni’60 con i consigli di quartiere. I consigli di quartiere rappresentarono per tutto il periodo degli anni’70 una vera fucina di partecipazione popolare che ebbe il suo momento più alto nell’organizzazione della vigilanza durante il periodo del terrorismo fascista che, nella nostra Città, ebbe uno dei terreni di sperimentazione attraverso gli attentati susseguitisi per un intero anno tra il 1974 e il 1975.

La storia del decentramento savonese si interruppe così nel 2011 senza che le amministrazioni succedutesi alla guida della Città svolgessero una serio tentativo di recuperare un’idea di struttura insieme partecipativa e d’amministrazione capace di collegare in uno sforzo comune le diverse parti della Città.

Questo fatto unito alla progressiva dismissione dei servizi fondamentali sia in campo sociale sia ambientale ha portato settori vitali della Città in una situazione di degrado, isolamento, abbandono.

La riflessione sul tema del decentramento deve quindi partire dalla constatazione del fallimento fatto registrare dai tentativi fin qui svolti per ritrovare una qualche funzione dopo la chiusura delle Circoscrizioni che si verificò in una fase dui vera propria "furia distruggitrice" rispetto a strumenti istituzionali (si pensi alle Comunità Montane) che non rappresentavano sicuramente un particolare peso sul piano finanziario o una fonte di spreco.

Rispetto a questo negativo passato occorre voltare pagina e riprendere un discorso di nuovo intervento dal basso.

Deve essere messa in atto una vera e propria “Strategia federativa” e più direttamente “partecipativa” (pensando al ruolo degli enti intermedi, associativi, di volontariato presenti sul territorio) che dovrà essere realizzata ancora e soprattutto in forma istituzionale consolidata anche rispetto al rapporto tra le varie parti della Città, a partire dalla ridefinizione di ruolo e compito dei quartieri. Forma istituzionale consolidata deve significare, in sede propria di amministrazione comunale, la costruzione di un riferimento stabile con l’assegnazione di funzioni propositive e ordinative del decentramento cittadino.

Al “Federalismo Municipale” (cui deve essere attribuita una specifica delega assessorile) vanno affidate tre missioni:

la riproposizione dei “quartieri”, tenuto però conto della diversa configurazione sociale affermatisi nel corso degli anni e della necessità di coordinare i livelli di partecipazione popolare (assolutamente indispensabili e da valorizzare nelle diverse forme associative) con la necessità di adottare tempestivamente ed in modo concreto scelte amministrative per affrontare le esigenze del territorio;

l’obiettivo complessivo di un raccordo tra centro e periferia e la migliore vivibilità della periferia stessa, dotata di singoli centri di aggregazione. Occorre ricercare alcune vere e proprie “vocazioni” sulle quali impostare un progetto di riqualificazione del decentramento cittadino che potrà realizzarsi attraverso la presenza di uffici e servizi decentrati, di figure formate per essere idonee a svolgere compiti e funzioni di raccordo con la popolazione anche al fine di favorire e sollecitare la partecipazione

un nuovo intreccio tra intervento sociale e territorialità sanitaria, che nei frangenti più drammatici dell'emergenza è apparso quanto mai indispensabile.

Il punto del rilancio dei quartieri in questa forma innovativa del “Federalismo Municipale” assieme all’idea della comprensorialità intesa come “Alleanza Territoriale” può rappresentare l’identità di un punto di svolta nell’amministrazione cittadina, come richiede gran parte della popolazione che vede evidenti i segni di un declino che occorre combattere e non considerare irreversibile.

Franco Astengo

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