Ciononostante di Povia e della sua visita all’ombra della Torretta ci siam dovuti alla fine occupare anche noi, da quando è arrivato un comunicato stampa del Coordinamento Antifascista che ci trovava concordi e che quindi abbiamo pubblicato.
Successivamente è giunta in redazione una risposta da parte del comitato Pensiero critico, che abbiamo pubblicato in nome del diritto di replica, e un comunicato della CUB che abbiamo pubblicato - come sempre facciamo - perché la CUB è un sindacato di base dalle radici profondamente antifasciste che fa del suo meglio per difendere i lavoratori da molto prima dell’epidemia.
Insomma, volenti o nolenti abbiamo avuto la pagina che scoppiava di Povia, e ancora non è finita perché oggi arriva, dal comitato Pensiero critico, il ringraziamento che pubblichiamo integralmente di seguito.
“Il Comitato Pensiero Critico - si legge - desidera ringraziare pubblicamente tutte le persone che hanno partecipato alla manifestazione di ieri in piazza Sisto IV.
Un ringraziamento va alle forze dell'ordine che hanno garantito la sicurezza dei cittadini aderenti all'evento culturale, e al Comune di Savona che ha concesso che la piazza si colorasse di vivacità e di energie positive. È stata una manifestazione libera, pacifica, apolitica e senza bandiere. Il ringraziamento più sentito va ai due eccezionali ospiti della manifestazione: il giurista e accademico Prof. Ugo Mattei e il cantautore, nonché vincitore del festival di Sanremo 2006, Povia. Entrambi si sono infatti distinti per umanità, disponibilità e professionalità. L'auspicio è di poterli invitare nuovamente quando la nostra comune battaglia contro la dittatura incarnata dal greenpass sarà finalmente vinta.”
A questo punto ci permettiamo di dire la nostra, dopo aver letto che i giornalisti presenti alla manifestazione sono stati oggetto d’insulti e addirittura minacce.
E siccome li conosciamo tutti, possiamo affermare con sicurezza che quei giornalisti accusati di esser pagati per scrivere falsità ieri erano invece a prender freddo in piazza Sisto per riportare fedelmente le parole dette in manifestazione.
Per dare voce ai manifestanti.
Cosa che hanno fatto, come lo fanno tutte le volte, a prescindere da quel che personalmente pensano.
Questo è il lavoro per il quale sono pagati, spesso poco e saltuariamente, e questo è quel che fanno con professionalità, sempre.
Ieri un cronista del Piccolo, a Trieste, ha rimediato una testata ed è solo l’ultimo episodio di una serie di violenze inaccettabili contro chi non fa altro che il suo mestiere democratico anche nell’interesse di chi lo aggredisce.
Quindi ciascuno faccia pure le proprie manifestazioni, perché noi siamo ancora convinti che il diritto di manifestare sia sacro.
Ciascuno inviti chi gli pare, che gli ospiti non devono per forza piacere a noi.
Ma i giornalisti che passano ore nelle piazze e nei cortei per offrire la cronaca di quel che succede nessuno li tocchi. Neppure con le parole.