La stessa gente che ha tagliato 40 miliardi di euro in dieci anni alla sanità pubblica ora si erge a inflessibile giudice, gettando sulle spalle dei cittadini la responsabilità della propria incapacità e assenza di lungimiranza.
L’inflazione si prepara a spellare vivi quelli che avranno ancora la fortuna di esserlo.
Scienziati, banchieri, economisti e influencer occuperanno ancora il posto lasciato vacante da una politica che non sa più che fare di se stessa, né di noi.
Sullo sfondo, migranti che muoiono in mare o ai confini della civile Europa, morti sul lavoro, corruzione, mafia, burocrazia ottusa, precarietà e incertezza.
Un quadro da brivido che non cercheremo di addolcire con irrealizzabili chimere, ma qualche auspicio rimane: che nell’acuirsi delle diseguaglianze, della povertà e della solitudine cresca finalmente una politica consapevole e intenzionata a difendere i diritti umani, sociali e civili.
E che il prossimo Presidente della Repubblica, donna o uomo che sia, si dimostri irremovibile nemico dei fascismi vecchi e nuovi e tenacemente fedele alla Costituzione, che dell’Italia è il tesoro più ostinato e prezioso.
A noi non resta che scrivere quel che vedremo e augurare ai Lettori che da omicron a omega il passo sia ancor più breve del salto da delta a omicron, e in generale che l’alfabeto greco torni a fare il suo lavoro: popolare gli incubi dei maturandi e i sogni degli amanti di Omero.