Il segretario del Pd nel frattempo ingaggia una lotta con Giorgia Meloni da quel di Marcinelle, dove almeno si spera non legga i tweet compulsivi del Carlenda nazionale. (L’unico modo per non farlo twittare per una mezz’ora è invitarlo in TV, il problema è che non bastano le TV).
Li legge, invece e purtroppo, l’europeo verde Bonelli che oggi si accorge della trovata dell’ex alleato di Azione che vuol mandare l’esercito a rigassificare l’Italia e senza passare dal via conia una definizione nuova: “fascista!”, che tutti sappiamo utilissima per vincere le elezioni in un paese con 5 milioni di poveri assoluti e 11 che devono scegliere se mangiare o pagare le bollette.
Meloni e Salvini increduli della propria fortuna mangiano popcorn incuranti dei deliri del loro anziano mentore che sproloquia di PNRR e flat tax sempre più basse, in attesa del 23 settembre quando presumibilmente arriveremo all’apoteosi dell’aliquota zero.
Chissà che faccia faranno gli elettori della destra, pronti a votare la fiamma tricolore di Fratelli d’Italia pur di liberarsi di Speranza, quando si troveranno con Licia Ronzulli come ministro della salute. Ma a questo ci penseranno dal 26 settembre in poi.
Chi se la ride è l’immarcescibile Renzi, pronto a scovare nuove strategie per far cadere altri due o tre governi anche nella prossima legislatura.
Un altro che apparentemente se la passa bene è Conte: certo ha il suo daffare con i dissidi interni, ma star fuori dalla lettiera di questi tempi è già un privilegio.
Nel frattempo partiti e sigle che non hanno la fortuna di esser già in Parlamento si attivano per riuscire almeno a presentarsi al giudizio degli elettori: domani a Roma inizia la raccolta firme per Unione popolare. Missione quasi impossibile, da portare a termine in un pugno di giorni a cavallo di Ferragosto.