News26 marzo 2023 09:41

Sanità totiana: faso toto me

La Cgil sul piano sociosanitario: "Come al solito Toti e la Regione decidono senza incontrare le comunità interessate". Nel frattempo il nuovo assessore alla sanità Gratarola non ha ancora risposto alle pur frequenti richieste di un incontro da parte del sindacato

Sanità totiana: faso toto me

"Da tempo il territorio savonese chiede alla Regione Liguria un reale confronto preventivo sui temi e sulle scelte fondamentali che lo riguardano, a partire dal futuro della sanità e dell'assistenza sociosanitaria per i savonesi" ricordano dalla CGIL Savona, con SPI CGIL Savona e Funzione pubblica Cgil Savona.

"Pochi giorni fa è stato approvato in prima bozza dalla giunta regionale il Piano Socio Sanitario 2023-2025 della Regione Liguria.

Come al solito Toti e la Regione non incontrano le comunità interessate, le organizzazioni sindacali territoriali, i cittadini, che vengono così solo informati del documento per mezzo degli organi di stampa.
Dunque niente di nuovo all'orizzonte, come da tempo accade per qualsiasi altro tema o scelta nella nostra Regione".

"Discutibile anche la posizione, anzi la non posizione, di quegli amministratori locali e sindaci che, non pretendendo di essere davvero coinvolti ed ascoltati su scelte tanto importanti, di fatto rinunciano ad esercitare fino in fondo il ruolo di rappresentanti delle comunità che li hanno eletti" proseguono dal sindacato.

"Come CGIL di Savona continuiamo ad essere convinti che i territori vadano pienamente coinvolti nella definizione di progetti tanto importanti e continueremo, anche da soli, a richiedere tutto ciò con forza ad una giunta regionale che continua ad essere "sorda" o a fingere di esserlo, quantomeno con il territorio savonese.
Stiamo tuttora attendendo l'incontro con il nuovo assessore alla sanità che non si è ancora dato disponibile ad incontrare il sindacato confederale territoriale nonostante le diverse richieste di incontro unitarie di CGIL CISL UIL di Savona.

Nel frattempo le condizioni della sanità pubblica nel savonese è sempre più critica: attività e servizi che continuano ad essere depotenziati, liste d'attesa in molti casi inammissibili in qualsiasi paese civile, criticità diffuse ed irrisolte nella sanità territoriale, scarsissima programmazione e continui cambi ai vertici di ASL2 savonese, ricorsi al TAR, chiusure o depotenziamenti di servizi fondamentali per la vita delle persone del nostro territorio (punto nascita di Pietra Ligure, punti di primo intervento di Albenga e Cairo Montenotte) il trasferimento della centrale operativa del 118 da Savona (dove è nata prima in Italia, 30 anni fa) ad Albenga, una foglia di fico a coprire il vuoto di un'ospedale, il più nuovo e moderno della liguria, regalato alla sanità privata, e tanto altro, a partire dalla condizione dei servizi e dell'assistenza
territoriale, che spesso non riescono a rispondere alle esigenze di un territorio fortemente caratterizzato, come dovrebbe essere ben noto, da una fascia di popolazione anziana a cui andrebbero garantite forme e livelli di assistenza ben diversi.

A ciò si aggiungono le condizioni di lavoro sempre più insostenibili in cui si trovano, da troppo tempo, ad operare quotidianamente gli addetti della sanità.
Lo ribadiamo con forza: trasformare gli ospedali di Albenga e Cairo Montenotte in ospedali di comunità è una scelta profondamente sbagliata che indebolirà ancor di più ciò che oggi è già fortemente critico.

Inoltre la Regione non ha ancora chiarito con quanti e quali lavoratrici e lavoratori, di tutte le diverse specialità sanitarie, intende garantire i servizi nelle nuove strutture previste e realizzate grazie alle risorse del PNRR.
Di questo passo crediamo siano ben evidenti i rischi di avere nuove "cattedrali nel deserto" o di "regalie" alla sanità privata a fronte delle ingenti risorse pubbliche portate dal PNRR.

Tutto con un minimo denominatore: il continuo svuotamento della sanità pubblica che sta arrivando al punto di non ritorno e che ha prodotto, nel nostro territorio, il disastro che è sotto gli occhi di tutti" concludono dalla Cgil.


com

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