Tanti i savonesi riuniti nei giardini attorno al Tempietto Boselli stamane per l’omaggio che la città ha voluto tributare ad Enrico Berlinguer: a pochi metri, il palazzo di via Giacchero in cui nel 1974 esplose la strana bomba che uccise Fanny Dallari.
Ed è Giancarlo Berruti, presidente della Fondazione Cento Fiori, a ricordare che nel memorabile comizio del 1975, quando migliaia di savonesi accolsero Berlinguer nella nostra città, lui era qui per ringraziarli dello splendido comportamento tenuto in occasione degli attentati dinamitardi che sconvolsero la città a metà degli anni Settanta.
Il sindaco Marco Russo, sottolineando l’importanza di coltivare la memoria, ha ricordato quanto furono difficili i tempi in cui Berlinguer guidò il Partito Comunista continuando però sempre a lavorare per rafforzare la democrazia in cui fermamente credeva, e il suo modo di vivere la politica come sforzo di costruzione del futuro anche con tratti di profonda innovazione.
Ugo Sposetti - presidente dell’associazione Berlinguer - ha ringraziato Savona per essere la prima città capoluogo di provincia che dedica con atti deliberativi un ricordo e un simbolo ad Enrico Berlinguer: “D’altra parte - ha osservato - è la stessa la città che nel 1920 mandò 32 lavoratori su 40 in consiglio comunale”.
Massimo D’Alema ha ricordato Enrico Berlinguer come uomo profondamente morale, mite e timido ma di assoluta fermezza sui principi: “Insieme a Moro fu la personalità maggiore dopo i padri costituenti. Guidò il partito negli anni durissimi del terrorismo che furono però anche anni di grandi conquiste sui diritti. Un eretico che non smise mai di sentirsi comunista. E proprio l’attenzione ai diritti e alla centralità della persona fece sì che Berlinguer venisse percepito come personalità di tutti gli italiani, non solo di una parte: lasciò un segno indelebile nella storia e nelle coscienze anche grazie al fascino del suo temperamento.
E se oggi, dopo anni di antipolitica, avvertiamo un logoramento della democrazia, guardarsi indietro è un modo per trovare il motivo per andare avanti, ricostruendola”.