News19 novembre 2023 15:13

Savona e il corteo per la Palestina libera

In piazza Sisto la conclusione della manifestazione che ha visto il collettivo Savona Disarmo insieme ai giovani di Posto in proma fila in un altro mondo possibile

Savona e il corteo per la Palestina libera

Nella manifestazione di sabato 18 novembre per la Palestina, gli instancabili ragazzi di POSTO IN PRIMA FILA IN UN ALTRO MONDO POSSIBILE e i veterani di SAVONA DISARMO hanno chiuso il loro corteo per la Palestina libera coinvolgendo i savonesi presenti in un momento molto intenso.

Di seguito, il testo letto durante la manifestazione.

Il popolo palestinese sta subendo un processo di pulizia etnica da oltre 70 anni e, in questi giorni più che mai per i nostri occhi, una disumanizzazione collettiva da parte di governi e istituzioni sovranazionali da cui noi, senza esitare, prendiamo le distanze. Migliaia di civili innocenti tra cui moltissimi bambini stanno morendo a opera di uno stato militarista e coloniale sotto gli occhi sprezzanti e corrotti delle grandi potenze mondiali, che così facendo ci rendono partecipanti attivi di tale massacro, che ricordiamo contare come protagonisti principalmente, per non dire unicamente, il popolo Palestinese. Chiediamo dunque il cessate il fuoco perché ci risulta insopportabile il numero di vittime spropositatamente elevato di una minoranza non possibilitata ad una difesa, perseguitata da anni da una delle principali potenze militari mondiali, che sta trasformando mediaticamente scuole, ospedali, campi profughi ed altri edifici non attaccabili secondo il diritto bellico in “basi terroristiche”, giustificando così l’uccisione spietata di molte più vite innocenti di quante lo stato di Israele ne abbia mai perse e che non può giustificare con il “diritto di difendersi”. Vengono uccisə medice, scienziatə, studiosə, insegnanti, giornalistə e altre figure fondamentali portando alla decapitazione della struttura sociale dei Palestinesi, tattica che è stata e viene da sempre utilizzata quando si attuano genocidi. In questi giorni siamo statə espostə a media e giornalismo di parte da cui vorremmo prendere le distanze pubblicamente. Sappiamo come il giornalismo sia materia complessa, così come ci è tristemente chiaro che possa essere manipolatorio e fuorviante quando il suo unico scopo non è quello di riportare gli avvenimenti nel modo in cui questi effettivamente si succedono. Crediamo che i reportage giornalistici dovrebbero essere scevri da vincoli che implicano la necessità di soddisfare i criteri di linee di pensiero imposte e sarebbe bello che venisse rispettata e non semplificata la complessità degli accadimenti che si stanno verificando in questi giorni. Quello che noi contestiamo è il semplicismo con cui viene spesso ridotto tutto alla condanna di Hamas, sulla linea istituzionale della foga mediatica del momento e la sfumatura di linguaggio colonialista utilizzata, che riteniamo sia parte attiva dei crimini compiuti in nome della “democrazia occidentale” in Palestina. La posizione di condanna all’operato di Hamas, rispecchia la posizione di cittadinə natə in realtà privilegiate, ed è associabile alla condanna in generale della violenza, abituatə a un mondo in cui i “diritti umani” vengono assicurati senza necessità di dover lottare per ottenerli, ma riduce il dibattito ad un mero luogo comune totalmente privo di un’analisi storica e che in questo momento sentiamo manipolato dalle esigenze economiche e politiche di chi impone questo tipo di narrazione, che sono poi gli stessi governi che nel passato e nel presente hanno perpetrato e perpetrano un terrorismo trasversale che umilia l’essere umano e lo relega a mero mezzo di guadagno nel sistema capitalistico. Noi ad alta voce chiediamo di non farne parte e di cessare il fuoco adesso per una Palestina libera, per Gaza libera!


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