News15 febbraio 2024 08:23

Acqua, ponte, direzione

La sfida di Savona capitale della Cultura: opportunità e incognite per un territorio in cerca di identità

Acqua, ponte, direzione

Candidare Savona a capitale della Cultura per il 2027 è stata certamente una delle idee più affascinanti della campagna elettorale per le ultime amministrative: quando Cristina Bicceri raccontò il progetto in anteprima su queste pagine erano in molti a mostrare un certo scetticismo in una città come la nostra, non più industriale e non ancora turistica, dove la fatica di immaginare un futuro si fa sentire più che altrove.

Eppure i sostenitori dell’idea finirono per essere più dei detrattori, e quando nello scorso marzo fu presentato nella sala della Sibilla il progetto per Palazzo della Rovere la candidatura trovò la sua collocazione naturale in una città che, pur lentamente e non senza difficoltà, sta cambiando volto.

Ieri sera alla sala Stella Maris si è tenuto un incontro promosso dall’associazione Il Rosso non è il nero, alla presenza del sindaco Russo e di Francesco Zoppi - membro della squadra capitanata da Paolo Verri che ha diretto, tra l’altro, la candidatura di Matera a Capitale europea della Cultura.

Marco Russo ha ricordato di aver incontrato in queste settimane gli amministratori dei Comuni della provincia, perché è necessario che la candidatura sia comprensoriale, e tutti i sindaci si sono detti disponibili a contribuire al successo dell’iniziativa: il tema della candidatura, che verrà consegnata a settembre, sarà deciso entro metà marzo.

Alcune parole chiave sono già definite: acqua, mare, ponte e soprattutto rotta, concetto simbolico per una città in cerca di una direzione.

Altre sono state suggerite proprio ieri come terra, ad evocare un entroterra ricco di opportunità e a ricordare, anche, che abitiamo la provincia più boscosa d’Italia.

Relazioni, connessioni, migrazioni, scambi culturali saranno insomma il fulcro dell’ambizioso programma che dovrà garantire sostenibilità economica, sociale ed ambientale.

I progetti finanziati dal PNRR che stanno cambiando parzialmente volto alla città, di cui Palazzo della Rovere è il più importante ma non l’unico, recupereranno spazi che poi dovranno essere riempiti di cultura, resi vivi.

E sarà questa la sfida maggiore, perché come ha fatto notare con garbo Jacopo Marchisio - che conduceva l’incontro di ieri - a Savona esistono molte realtà che fanno cultura, ma non sempre guardano l’una all’altra.

Trovare un filo conduttore che unisca associazioni, gruppi e sodalizi sarà compito dell’amministrazione e dell’ufficio di candidatura, e sarà indispensabile per cogliere un’occasione che, se sfruttata adeguatamente, potrà portare linfa e ricchezza a un territorio forse stanco, ma che rifiuta di vivere un eterno tramonto.   




G.S.

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