News07 maggio 2024 15:09

Toti, Spinelli e Punta dell'Olmo

Uno dei capi d'accusa della bomba giudiziaria esplosa stamane in Liguria riguarda un pregiatissimo tratto di costa del Levante savonese: ecco com'è andata (di Massimo Picone)

Toti, Spinelli e Punta dell'Olmo

Al governatore della Regione Liguria Giovanni Toti, la Procura di Genova contesta di aver accettato dagli imprenditori portuali Aldo e Roberto Spinelli le promesse di vari finanziamenti e aver ricevuto complessivamente 74.100 euro, erogati in diverse tranche tra dicembre 2021 e marzo 2023, al Comitato Giovanni Toti o al governatore stesso.

Secondo l'accusa, in cambio il governatore avrebbe garantito una serie di promesse, tra cui: "Trovare una soluzione" per la trasformazione della spiaggia libera di Punta Dell'Olmo in privata, agevolare l'iter di una pratica edilizia relativa al complesso immobiliare di Punta Dell'Olmo di interesse di Aldo Spinelli e Roberto Spinelli e pendente negli uffici della Regione Liguria.

L’accordo per il lembo di spiaggia sottostante l’Aurelia, che si trova già nel territorio di Varazze al contrario delle ex Colonie Bergamasche situate all’estremo levante di Celle Ligure, da tempo era così ipotizzato: per quanto si possa definire un arenile “privato” (così non può essere in tutta Italia perché trattasi sempre e comunque di concessione demaniale statale), in realtà gli ultimi indirizzi dei costruttori degli immobili avrebbero visto una quota della spiaggia riservata a chi, tra i neo proprietari degli alloggi di super lusso presenti nelle nuove palazzine sorte previa demolizione degli antichi padiglioni di fine Ottocento, avrebbero opzionato anche un posto nella caratteristica ansa per avere così precedenza ed ottenere ombrellone e lettini nella zona prescelta.

Non certo per una scelta di orientamento francescano, però, la spiaggia e l’edificio che sorgerà al posto dell’attuale manufatto in stato di abbandono e che sarà destinato a bar-ristorante e reception, sarà anche aperta al pubblico, di passaggio o stanziale, come qualsiasi altro stabilimento balneare, proprio per massimizzare la futura rendita che sarà generata dal lido di Punta dell’Olmo. Questi, almeno, gli accordi pregressi che avevano già concordato, almeno in via ufficiosa, Comune di Varazze e la proprietà delle ex Colonie Bergamasche.

I vasti beni immobili, il parco adiacente da 40 mila metri quadrati che si erge fino alla collina della Natta di Celle e la spiaggia in questione sono stati acquisiti anni fa dopo lunghissime trattative. Fondata nel 1895 dall’Opera Pia Bergamasca per la salute del fanciullo con l’obiettivo di «favorire i bambini nel loro sano e integro sviluppo», nel 2009 i beni furono venduti dalla Fondazione Azzanelli-Cedrelli-Celati, proprietaria all’epoca del 61%, e dall’Italcementi che deteneva le restanti quote, alla Immobiliare Punta dell’Olmo di Savona.

Il progetto iniziale prevedeva anche un hotel di lusso, progetto poi accantonato e trasformato in altri alloggi cancellando così una struttura ricettiva di cui il levante savonese avrebbe avuto necessità vista la continua chiusura di alberghi, hotel e pensioni che caratterizzano l’area che va dalle Albissole a Varazze.

E proprio su questo particolare Silvia Simoncelli, candidata sindaco per Celle Ligure (le elezioni comunali nel paese si svolgeranno a giugno), proprio pochi giorni fa, esattamente il 29 aprile scorso, si era così espressa: “La scelta politica di rinunciare ad un hotel di lusso per avere 29 appartamenti ha un nome e un cognome. È inaccettabile nascondersi dietro una legge regionale per cercare di allontanare le proprie responsabilità politiche davanti ai cittadini. A lasciare stupito il gruppo di Un’altra Celle è anche la reazione delle liste civiche che insieme alla nostra si sono presentate per correre alle prossime amministrative, da una parte per l’assoluto silenzio e dall’altra per un ragionamento esclusivo sugli oneri d’urbanizzazione. Il punto è un altro: I cellesi durante un lungo percorso di democrazia partecipata non hanno chiesto piscine, ristoranti o simili, hanno chiesto un hotel di qualità. Sta certamente nelle prerogative di un’amministrazione modificare una convenzione, ma se ne deve sempre assumere le responsabilità davanti alla città, spiegando la propria scelta politica con l’onestà intellettuale che un incarico pubblico elettivo sempre richiede. Ci dica il sindaco Caterina Mordeglia, ci spieghi la sua scelta politica inserendola in un programma di sviluppo di Celle. Ma non si nasconda dietro leggi regionali che certo non hanno il potere di modificare una convenzione comunale. È ben vero che Regione Liguria ha dato parere favorevole al progetto di riconversione in residenziale del padiglione Frizzoni, evidentemente rispetta le leggi in vigore dal punto di vista urbanistico. Ma è il Comune ad avere avuto l’ultima parola, forte di una convenzione firmata nel 2018 e aggiornata nel 2020, che a fronte di mutamento di destinazione d’uso prevedeva di mantenere almeno in parte il ricettivo. A spianare la strada al residenziale su tutto il complesso è stata la modifica alla convenzione, come tutti ricordiamo raggiunta dopo un lungo e partecipato dibattito pubblico cui anche il sindaco Mordeglia partecipò, allora seduto in giunta con Renato Zunino. La scelta finale è sempre del Comune, che la deve ponderare sull’idea di come governare lo sviluppo del paese. Non è sufficiente amministrare la città, ma differentemente essa deve essere governata in base a idee certe che sappiano condurla verso la rinascita turistico economica”.

Massimo Picone

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