"Solleva preoccupazione la vendita dell’area collinare che si affaccia sul porto di Vado Ligure e ai confini con Bergeggi": spiegano Laura Bertolino e Marco Brescia, co-portavoci provinciali di Europa Verde Savona e Luigi Lanza, Segretario provinciale di Sinistra Italiana che "il vasto sito di oltre 500000m2 ha al momento una destinazione di tipo agricolo e forestale secondo il piano regolatore intercomunale; inoltre essendo stata colpita da un incendio nel 2017 è sottoposta al divieto di edificazione per 15 anni, ossia ancora per 7 anni.
Questi vincoli attualmente presenti non rassicurano tuttavia del tutto dal rischio che possa consumarsi l’ennesima operazione di speculazione data la posizione, che si vedrebbe la strada spianata da un eventuale e tutto sommato semplice cambio di destinazione. L’area in oggetto presenta diversi aspetti di rilevanza pubblica, che impongono alle forze politiche e alla cittadinanza di attenzionarla e vigilare affinché sia tutelata" proseguono da AVS.
"Innanzitutto il valore naturalistico: l’area è caratterizzata da boschi e macchia mediterranea alta con lecci e corbezzoli, poco accessibile e per questo rimasta allo stato originario, elemento di grande rilievo e rarità per Vado Ligure, che ha per la maggior parte consumato e cementificato le aree sulla costa.
È inoltre contigua alle Zone Speciali di Conservazione (ZSC) di Bergeggi facenti parte della Rete Natura 2000 dell’Unione Europea, e riveste un ruolo di corridoio ecologico importante per esse: non sorprenderebbe trovare specie rare e di pregio attraverso campagne di biomonitoraggio, e proprio azioni di questo genere potrebbero essere implementate e organizzate, magari in collaborazione con associazioni locali e istituzioni.
Inoltre, con l’entrata in vigore l’anno scorso del Natural Restoration Law, il Regolamento europeo sul Ripristino della Natura (UE 2024/1991), l’Italia, così come ogni Paese UE, dovrà predisporre entro il 2026 un Piano nazionale per il ripristino degli habitat degradati, con obiettivi ambiziosi al 2030, 2040 e 2050.
È dunque questo un ottimo momento per gli amministratori - ancor di più in territori che hanno subito molto degrado ambientale - per ideare e per indirizzarsi verso progettualità volte al ripristino ambientale e alla valorizzazione naturalistica, dato lo sforzo normativo ed economico che la UE sta mettendo in campo su questo ambito".
"Ulteriore aspetti sono il valore archeologico e turistico: l’area conserva tracce dell’antica viabilità romana, in parte visibili, in parte sepolte. Tale presenza è in continuità con altre due aree di rilevanza archeologica e sotto tutela della Soprintendenza dei beni culturali: il Castrum romano nella vicina zona di San Genesio, e il Castellaro, nella collina del forte Sant’Elena. Il restauro di questi sentieri potrebbe generare un articolato complesso archeologico di pregio anche naturalistico, dato il valore dell’area e la continuità con le aree protette di Bergeggi, creando un circuito turistico sostenibile di grande richiamo.
Infine ricordiamo che Vado Ligure ha già pagato un prezzo altissimo in termini ambientali per lo sviluppo industriale e portuale ed è tempo di invertire la rotta e salvaguardare il territorio e tutelare gli spazi verdi naturali. Quest’area non deve diventare l’ennesimo terreno di speculazione e di consumo di suolo, ma un’occasione per rigenerarla e restituirla alla biodiversità e alla comunità".












