Lo sapevamo.
Aspettavamo da giorni quest’evento, eppure le immagini sono state uno shock: veder d’un tratto, sui monconi del ponte, come uno zampillare di decine di fontane, e poi la polvere.
L’immensa nube di polvere che si alza metri e metri sopra i getti d’acqua che spruzzano nella speranza di contenere il rischio di tutto quell’amianto.
“Una giornata bellissima”, scrive Giovanni Toti nel suo comunicato stampa. Perché, dichiara il governatore, “siamo di fronte a un intervento di alta ingegneria, un’eccellenza del nostro paese. La demolizione è il risultato di capacità tecniche straordinarie e di una straordinaria unione di intenti dal punto di vista politico e amministrativo. Finalmente questo skyline che ci ha ricordato, per tutti questi giorni, quella tragedia del 14 agosto, non c’è più, e Genova entra nel suo futuro, in una nuova epoca, che supera questa tragedia e ci riporta alla normalità”.
In “un anno bellissimo”, insomma, “una giornata bellissima”?
Ecco, ci spiace: per noi no.
Questa non è una giornata bellissima.
Questa è la giornata che ci ricorda un lutto che Genova e il mondo intero non avrebbero mai dovuto vedere.
Che ci ricorda quarantatré morti che non avremmo mai dovuto piangere.
La giornata di oggi sarà un segno di rinascita, come dice Toti? Lo speriamo davvero.
Ma non possiamo dimenticare tutto quel che è emerso in mesi e mesi di inchieste, sui monitoraggi e sulla manutenzione.
Che sia un simbolo di riscatto e rinascita, quindi, ma davvero: che insegni e ricordi che le vite umane vengono, sempre, prima di tutto.