Salute & Veleni09 marzo 2020 08:36

Coronavirus 17 anni dopo: che fine ha fatto l’ipotesi di vaccino del 2003?

L’articolo che vedete appariva su La Stampa il 9 aprile 2003: in quell’anno la Cina, il Vietnam e Hong Kong sono stati colpiti dalla SARS, la forma di polmonite atipica di cui il nuovo coronavirus pare essere diretto discendente

Coronavirus 17 anni dopo: che fine ha fatto l’ipotesi di vaccino del 2003?

L’Istituto superiore di Sanità scriveva, nel marzo di quell’anno (2003): “L’epidemia è iniziata in Vietnam con un singolo caso che è stato ospedalizzato per una sindrome respiratoria acuta di origine sconosciuta. […] In seguito al ricovero, si sono ammalati altri 20 operatori sanitari accusando sintomi simili (come a Codogno, ndr).

I segni e i sintomi della malattia rilevati ad Hanoi includono quelli tipici di una sindrome influenzale (comparsa repentina di febbre alta seguita da dolori muscolari, mal di testa e mal di gola). […] A volte, ma non sempre, si è avuta polmonite bilaterale, che in alcuni casi è stata seguita da gravi difficoltà respiratorie che hanno richiesto l’uso di un respiratore per la respirazione assistita. Alcuni pazienti si stanno riprendendo, ma per altri la situazione rimane critica.” 

Un mese dopo su La Stampa appariva questo articolo, a firma di Daniela Daniele: “La salvezza in un vaccino dei maiali. Gli americani: «Usato già per combattere il coronavirus»”. 

Nel pezzo si spiegava come un vaccino, di solito impiegato per trattare le infezioni respiratorie di origine virale tra i maiali, avrebbe potuto essere la via per debellare quella polmonite. “Ne ha parlato - si legge - il più famoso epidemiologo americano, Anthony Fauci, che dirige il National Institute of Allergy and Infectious Diseases. Secondo lo studioso, ci sono buone probabilità che la SARS sia causata da un nuovo coronavirus che può aver fatto un salto di specie dagli animali all'uomo. I «coronavirus», che sono patologie da tempo note agli scienziati americani, non sono visti, normalmente, come un particolare pericolo per la salute pubblica perché causano non più di un comune raffreddore. Ma Fauci ha riferito che il «coronavirus» di cui si parla, o che si pensa associato alla Sars, è un tipo mai identifìcato prima.”

Insomma non sembrano mancare le somiglianze con quello che sta accadendo oggi, a diciassette anni di distanza: il mondo è di nuovo alle prese con una gravissima infezione virale, sebbene si tratti ovviamente di un nuovo tipo di coronavirus, e ritroviamo sulle pagine di Adnkronos lo stesso scienziato citato nell’articolo del 2003. Il celebre immunologo statunitense che tanta parte ha avuto anche nella lotta contro l’AIDS e l’antrace dirige ancora il Niaid e dichiara: “Siamo sulla  buona strada per testare un vaccino sperimentale contro il nuovo coronavirus basato sul Rna messaggero in uno studio clinico di Fase 1 questa primavera” (25 febbraio 2020: sono passati 17 anni). "È importante rendersi conto che lo sviluppo di vaccini sperimentali e i test clinici per stabilire la loro sicurezza ed efficacia richiedono tempo. Un vaccino contro il nuovo coronavirus probabilmente - avverte Fauci - non sarà ampiamente disponibile per più di un anno”. 

Ce ne siamo resi conto.

Cosa ne sarà stato, in questi 17 anni, dell’ipotesi di vaccino che Fauci considerava nel 2003?

È stata portata avanti o si è arenato tutto?

Forse valeva la pena, dopo il 2003, di tentare anche quella strada.

Non troviamo notizie in merito.

E questo ci preoccupa.

LNS

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