Queste le gallerie della rete autostradale italiana e soprattutto ligure secondo il Consiglio Superiore dei Lavori pubblici.
Niente che già non avessimo scritto più volte, in tempi non sospetti quando ancora i viadotti stavano in piedi e il tetto delle gallerie non si riversava d’abitudine su strada.
Adesso però, specie qui in Liguria, sta letteralmente crollando tutto: l’altro giorno due tonnellate e mezzo di cemento armato son piombate in una galleria sulla A26 a Masone; poi gli altri “piccoli” crolli ieri sull’A10 ad Arenzano e stanotte sulla A6 a Quiliano.
Tutte le volte il sospiro di sollievo: “fortunatamente non si sono registrati danni a persone o vetture”, si legge.
E però ci chiediamo, cosa si pretende da tutti noi? Che ci si rassegni a sperare nella “fortuna” a pedaggio, appesi al ricatto che se si revocano le concessioni nessuno farà più niente del tutto e di pezzi di galleria ne crolleranno sempre di più?
Chiariamo una volta per tutte che sono lontanissimi da noi i populismi di ogni tipo, compreso quello autostradale di nuovo conio: noi non vogliamo l’uomo forte, ché solo l’espressione ci terrorizza.
Noi vogliamo uno Stato degno del suo nome, delle regole che rispettiamo e delle tasse che paghiamo.