News27 aprile 2020 14:32

Centri estetici più sicuri che una partita

La titolare di un noto centro estetico di Savona scrive una lettera aperta a Toti: ci aiuti a ripartire e non crollare, lavoriamo in sicurezza

Centri estetici più sicuri che una partita

Al Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti

All’ Assessore allo Sviluppo economico e Imprenditoria Andrea Benveduti

All’Assessore alla tutela dei Consumatori Giovanni Berrino

Buongiorno presidente, sono Tiziana Frumento, un’estetista di Savona. Sono rimasta sconcertata dal fatto che il presidente Conte abbia annunciato che dal prossimo 18 maggio ci sarà la ripresa degli allenamenti per i giochi di squadra, si parla di riprendere le partite di serie A, il che mi sembra assurdo perché non capisco in che modo si potranno rispettare le distanze di sicurezza. Invece i centri estetici non potranno riaprire prima di giugno: temo che nessun membro del nostro settore, che sa come lavoriamo, sia stato inserito in alcuna task force.

Lavoro nel settore da 25 anni, e da molto prima del Coronavirus ritengo fondamentale la pulizia del locale di lavoro, l'igiene di ogni singola parte del negozio, delle persone che vi lavorano e di tutto ciò che utilizziamo nel mio salone, che dà lavoro oltre a me e a mio marito ad altre due dipendenti. Usiamo da sempre guanti, mascherine chirurgiche e ciabattine monouso per la maggior parte dei lavori che svolgiamo. Sanifichiamo regolarmente gli ambienti con il ricambio d'aria e con spray battericida. Sterilizziamo tutti gli attrezzi e le tante apparecchiature che ci permettono di lavorare mantenendo la distanza dal cliente essendo, come diciamo in gergo "non operatore dipendente”.

Le distanze di sicurezza le rispettiamo da sempre, lavoriamo solo su appuntamento in modo che non si creino assembramenti all’ingresso: inoltre ogni cliente è in una stanza da solo con l’estetista e chiediamo di disinfettare le mani con gel idrolacolico prima di entrare. Non possiamo essere parificate a bar o saloni di parrucchieri: noi lavoriamo in stanze singole.

Sarebbe forse opportuno valutare i centri estetici caso per caso, con sopralluoghi a livello comunale e controlli sul rispetto delle normative di sicurezza. Non si può pensare che attività chiuse per quasi 3 mesi riescano ad andare avanti, le bollette e le spese continuano ad esserci e i 600,00€ che dovrebbero arrivare non si sono ancora visti: il 2 aprile ho inoltrato la mia domanda all’INPS e non solo non ho avuto ancora nulla, ma ho dovuto rifarla perché - mi è stato spiegato - è stata cambiata la procedura.

Se ci fosse una valutazione attenta da parte delle istituzioni, sono convinta che buona parte dei centri estetici liguri potrebbero riprendere a lavorare in totale sicurezza, chi lavora in spazi piccoli magari a personale ridotto che giri a rotazione, chi come noi ha un centro grande a organico pieno, magari evitando i trattamenti nelle zone di occhi e labbra. Resto in attesa di sapere se la mia lettera le sarà stata d'aiuto per poter salvare una categoria importante, perché noi estetiste non facciamo solo unghie, curiamo i piedi, facciamo massaggi e molte altre attività che danno e darebbero un effetto benefico a chi è stato costretto ad una clausura frustrante. La ringrazio per l’attenzione, ci aiuti a ripartire e non crollare.

Cordiali saluti

Tiziana Frumento

Tiziana Frumento