Accade in Italia, dal governo alle regioni giù giù fino ai sindaci.
Accade, probabilmente, quasi ovunque nel globo. “Protetti dalla tecnologia e dalla scienza abbiamo fallito” scriveva Domenico Quirico pochi giorni fa, e con ragione.
Il coronavirus ha evidenziato il fallimento di una classe dirigente che probabilmente è la più scarsa di sempre, in Italia e non solo.
La sanità tagliata selvaggiamente per decenni ha mostrato la sua vitale importanza mentre la gente moriva davanti alle telecamere, e adesso che l’esperienza permette a chi lavora in corsia di curarci un po’ meglio e finalmente possiamo respirare ecco che le sopracitate istituzioni vedono quel che tutti, a parte loro, avevano immaginato: le persone tornano a uscire e a riunirsi, alcune con la giusta prudenza altre effettivamente no.
E cosa ci s’inventa allora?
Un esercito brancaleone di 60mila cosiddetti “assistenti civici”.
Gente che va ad aiutare gli anziani, i soli, i malati, a tenere i bambini dimenticati da chi dovrebbe occuparsi della loro formazione?
Macché: gente che avrà il compito di separare per strada i cosiddetti sani, come neppure nelle peggiori visioni di Tarkovskij.
E con quale diritto?
Perché un conto è se il governo assume 60mila poliziotti, altro è se mette in piazza i disoccupati regalandogli una pettorina e con essa il sogno eterno dell’italiano medio: una divisa per dire agli altri quel che possono o non possono fare.
Ma per questo, signori, ci sono le leggi.
E sta a voi farle chiare, rispettabili e rispettate.
Quindi non tirate troppo la corda, che noi le leggi le abbiamo rispettate sempre. Ma abbiamo ancora una Costituzione, e conosciamo i nostri diritti.