È naturale che la riapertura in sicurezza delle scuole sia in cima alla lista di ciò che al Governo deve assolutamente riuscire: ne va della credibilità stessa del Paese.
Non ha torto però l’ex ministro Fioramonti quando afferma che le scuole sono chiuse da marzo e che è incomprensibile trovarsi a due settimane dalla riapertura con l’acqua alla gola.
I presidenti di Regione poi, specie quelli in attesa di conferma elettorale, ci mettono del loro per complicare la situazione acuendo lo scontro col governo centrale.
Che però a sua volta ha le sue belle responsabilità, se solo adesso si è compreso che i banchi di don Arcuri non servono praticamente a nulla, mentre quel che manca sono scuolabus e spazi.
In tutto questo marasma, altri settori sono passati in cavalleria, con tutti i loro addetti, spesso vessati già in condizioni normali da contratti atipici che permettono a stento di unire il pranzo con la cena. Pensiamo ai lavoratori dello spettacolo e della cultura, al teatro e alla musica, all’arte largamente intesa.
Uniamo la nostra voce a quella di Emergenza Spettacolo, che continua a chiedere attenzione per un settore che è linfa vitale per ogni Paese.