Contromano23 settembre 2020 18:24

La repubblica dei pansoti

Evidentemente non siamo stati gli unici a notare l’eccessiva boria del neoeletto presidente Toti, le cui mire nazionali erano state rese fin troppo esplicite la sera della vittoria a La7 e risultano addirittura imbarazzanti nell’intervista al Corriere uscita stamattina

La repubblica dei pansoti

Un titolo che parla da solo: “Matteo non è capace di gestire la coalizione, da lui aspettavo brindisi e non musi lunghi”. 

E la Lega, se nella sera della sbornia elettorale ha cercato di glissare, oggi è sbottata col vocino un po’ esile di Rixi, che al neopresidente ha mandato a dire senza neppure troppa eleganza che senza Salvini lui sarebbe in tutt’altre faccende affaccendato e non a governare una regione. 

Che per Toti il “modello Genova” sia tutto da esportare non è un segreto, e adesso rinvigorito dalla vittoria vuol portare a Roma il sistema Toti.

Peccato che il modello Genova derivi da una tragedia nazionale, e che si tratti alla fin fine di un viadotto ricostruito con i soldi del Governo, col progetto di Renzo Piano e con Marco Bucci come commissario, in una regione che resta comunque a pezzi socialmente ed economicamente, priva perfino delle infrastrutture basilari.

Se vuol contendere il primato al “capitano”, gli converrà piuttosto di seguire le orme di Zaia, che ha dichiarato che pensa di essere apprezzato perché passa il tempo ad amministrare e non a fare comizi, e afferma che per lui i Veneti sono tutti coloro che in Veneto lavorano onestamente, mentre il nostro cerca di scaricare perfino il barile del contagio sulla comunità dominicana spezzina.

Il modello Zaia è certamente più faticoso, ma anche molto più dignitoso. Pansoti a parte.

Leggi anche https://www.lanuovasavona.it/2020/09/22/leggi-notizia/argomenti/mezza-politica-2/articolo/centrodestra-toti-ora-vuole-un-posto-al-sole.html 

LNS

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