News19 dicembre 2020 18:26

Investire in salute

Nessuna ripresa e nessuna resilienza, se alla Sanità pubblica verranno lasciate solo le briciole del Recovery Fund. È il timore di una vastissima rete di associazioni, sindacati e privati cittadini ben riassunto oggi da Rosy Bindi in un’intervista sul quotidiano Domani dal titolo inequivocabile: «Così lasciano ai privati la sanità dopo il Covid»

Investire in salute

I nove miliardi previsti dal PIANO NAZIONALE RIPRESA E RESILIENZA (PNRR), accusa l’ex ministro, sono uno schiaffo.

“A prescindere dalle devastazioni causate dal Covid, alla sanità pubblica di questo paese per colmare i deficit finanziari che hanno prodotto mali strutturali, servirebbero almeno trenta miliardi. 

Era la cifra indicata anche dal ministero. Se non ora quando? 

Se non si prende l’occasione della pandemia per rafforzare la scelta del 1978, un sistema universalistico, è evidente che la scelta è un’altra. Consapevole o meno. 

È andare verso un cambiamento di sistema. 

Ed è miope anche dal punto di vista della crescita. 

I finanziamenti alla sanità sono un investimento: è un settore produttivo, ha intorno un sistema industriale, infrastrutture, ricerca e professionalità, ma soprattutto la salute è un investimento di per sé. 

I 9 miliardi sono incomprensibili a meno che – a pensar male si fa peccato ma ci si indovina – non si voglia approfittare della situazione per rassegnarsi a un sistema a due pilastri, dove a carico della sanità pubblica ci sarà la cura delle grandi patologie e tutto il resto è affidato a forme integrative, assicurative e quant’altro”.

"Se Speranza - prosegue la Bindi - non si fa ascoltare adesso, anche per accedere ai fondi del Mes, non avrà la possibilità di fare il ministro dopo. Potrà solo amministrare un quotidiano molto compromesso.

Non avrà la forza di proporre le riforme emerse come necessarie.

Prima fra tutte, rivedere l’applicazione del Titolo V: non abbiamo più un Servizio sanitario nazionale ma una sommatoria di 21 servizi regionali, che non danno lo stesso risultato.

Ci vuole il coraggio di capire quali modelli organizzativi funzionano, e quali no.

E cambiarli. Non con imposizioni ma con un confronto fra i modelli e i loro risultati nella sede propria, la Conferenza Stato - Regioni".

Qui c’è l’appello. Chi vuole, e può, lo firmi: http://www.sossanita.org/wp-content/uploads/2020/11/APPELLO-FONDI-UE-SOCIOSAN-TERRITORIO-def-14.pdf 

LNS

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