Contromano03 gennaio 2021 15:08

La Liguria vede rosso

La cartina che pubblica oggi il Corriere è chiara: tre regioni tra il giallo e l’arancio, tre tra l’arancio e il rosso, compresa la nostra, la Liguria. Saranno sbagliati i parametri come dice Toti o davvero qualcosa qui non va?

La Liguria vede rosso

Attento allievo di Salvini più ancora che di Berlusconi, il nostro tasta le pance con abilità di ostetrico e cinismo da B movie d’oltreoceano. 

E la pancia degli italiani dice una cosa sola: basta chiusure.

Lo urlano milioni di persone a cui manca il pane in tavola.

Lo dicono gli esercenti e gli esponenti del mondo della cultura e dell’arte, stremati da un anno da incubo.

Lo pensano (nessuno li interpella) bambini e adolescenti, che ormai vedono come un miraggio la scuola che credevano di detestare.

Lo chiedono sotto forma di preghiera laica tutti gli altri, tutti quelli che vorrebbero tornare alle piccole cose gradevoli di una vita quotidiana dimenticata: un film al cinema, un concerto, uno spettacolo a teatro, un aperitivo con gli amici, un weekend fuori porta, una cena, un sorriso da non dover immaginare sotto la mascherina.

Lo chiede, naturalmente, anche Toti: la Liguria secondo lui dovrebbe esser zona gialla, visti i dati. 

Peccato che l’ISS la inserisca fra le tre regioni a rischio rosso. 

Infatti secondo lui sono i parametri a esser sbagliati: “Come regioni, abbiamo chiesto di rivedere i parametri sulle aree di rischio secondo criteri più rapidi e snelli” (compresi forse i tamponi rapidi di cui poco si fidano gli scienziati, ndr).

Ma se i dati considerati dall’ISS fossero quelli nuovi di zecca siamo sicuri che andrebbe meglio?

Chi legge i giornali sa che ieri, per esempio, in Liguria i tamponi son stati veramente pochi e un testato su due (tralasciando i tamponi di controllo) è risultato positivo. 

Sa che la Liguria avanza a passi da gigante verso le tremila vittime “improduttive” dall’inizio dell’epidemia, perché viviamo in una tra le regioni più anziane d’Europa in cui le persone hanno bisogno di cure anche per altro dal covid.

Sa che ci sono diversi focolai nelle RSA liguri, quelle che ospitano i famosi “fragili” che avremmo dovuto proteggere, e negli ospedali dove giacciono inutilizzati padiglioni abbandonati o adibiti a uffici e il contagio corre tra personale e malati di reparti che dovrebbero essere covid free.

Ormai dovrebbe esser chiaro a tutti che per riavere la nostra vita si devono prima, necessariamente, svuotare gli ospedali definitivamente.

Ma il presidente, pur con delega alla sanità, continua a chieder di riaprire tutto salvo scaricare sul governo cattivone ogni responsabilità: “sulla base delle esigenze sanitarie siamo pronti a chiudere alla luce dei nuovi dati dell’Istituto Superiore di Sanità e dei nostri esperti”.

Insomma, dopo un’estate trascorsa come le cicale tra le focacce e i pansoti della campagna elettorale adesso aspetta come al solito che le decisioni impopolari le prendano gli altri, e fotografa ancora i soliti paesaggi e le solite focacce.

LNS

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