Da quando, come Organizzazione Sindacale, ci siamo assunti l’onere di garantire la legittimità delle manifestazioni savonesi contro il ricatto vaccinale e l’uso di un green pass punitivo, ci siamo preoccupati di garantire una piazza libera, pluralista e che potesse rappresentare le varie motivazioni dei rappresentati, arrivando anche a invitare chi fosse in disaccordo con le posizioni del movimento ad esporre le proprie ragioni pubblicamente durante le assemblee aperte del sabato (invito mai raccolto da nessuno).
Nello stesso tempo, però, nella stessa logica di tutela dei manifestanti, ci siamo impegnati ad impedire che nelle piazze si inserissero elementi antidemocratici, di stampo fascista o reazionario, provocatori che invitassero ad occupazioni ferroviarie o ad azioni eclatanti controproducenti o rappresentanti di partiti politici che avrebbero potuto sfruttare la piazza come serbatoio di voti.
Abbiamo quindi proposto questi contenuti, senza che nessuno li abbia mai contestati, ad eccezione di un ristretto gruppo di nostalgici che avrebbero voluto in qualche modo inserirvi per “par condicio” un concetto astratto di anticomunismo, “confondendo” la bandiera antifascista con un simbolo di partito e dimenticando, allo stesso tempo, il contributo (e il tributo in vite) dei comunisti italiani nella lotta di liberazione. L’antifascismo, però, è un elemento fondante della nostra Costituzione, quella stessa che richiamiamo costantemente come violata dalle attuali norme, che privano i sanitari del lavoro e dello stipendio o impongono agli altri una tassa speciale per poter lavorare.
La realtà dei fatti ha purtroppo dimostrato la necessità di queste misure cautelative.
L’assalto della sede della CGIL di Roma e le denunce subite da molti addetti della scuola per uno sciopero non revocato dalla FISI, ed ancora la rievocazione dei deportati nei campi di concentramento a Novara (che riteniamo fuori luogo e lungi dal rappresentare le normali modalità “teatrali” di protesta) sono l’esempio eclatante di come il movimento No Green Pass e contro l’Obbligo Vaccinale faticosamente costruito possa auto danneggiarsi e distruggersi dall’interno se non si pone l’obiettivo di auto tutelarsi.
Ciononostante la CUB non ha mai preteso di monopolizzare la battaglia per la democrazia ed il rispetto dei diritti dei lavoratori. Anzi, in più occasioni, ha invitato le forze democratiche e le altre organizzazioni sindacali a mobilitarsi su questi obiettivi, senza necessariamente farlo insieme, suggerendo nel contempo che i principi sui quali ci siamo basati venissero comunque condivisi: l’antifascismo è il primo e, in questo senso, ringraziamo il Coordinamento Antifascista Savonese per il riconoscimento della nostra coerenza.
Per queste ragioni, non ci riconosciamo nell’iniziativa di sabato 6 novembre, né nella presenza di Povia, conosciuto per esternazioni sessuofobiche, reazionarie e razziste, né nella partecipazione del professor Ugo Mattei il quale, sebbene sia considerato uomo di sinistra e portatore di valori ai quali possiamo dirci anche vicini, in quanto candidato sindaco a Torino per la lista “Futura per i Beni Comuni” deve essere ritenuto fra quei soggetti che per i motivi sopra esposti abbiamo deciso di escludere dalle nostre manifestazioni.
In merito infine alla presenza di alcuni iscritti alla CUB tra le fila del comitato organizzatore dell’iniziativa, la CUB ricorda che un conto è la partecipazione formale del sindacato (condivisa dal collettivo e al quale corrisponde l’apposizione dei nostri loghi, delle bandiere e dei nostri colori), un altro sono le iniziative individuali dei propri iscritti, che non rappresentano l’intenzione dell’organizzazione ma che al contempo godono della naturale libertà di azione individuale (nei limiti e nel rispetto delle condizioni statutarie).
CUB SAVONA