News29 novembre 2021 18:29

La risposta di Gin Bevilacqua ai fascisti di ieri e di oggi

Gin Bevilacqua sacrificò la sua vita perchè tutti noi potessimo vivere in un'Italia migliore, libera e democratica, in cui non dovessero più esistere discriminazioni di sorta dovute alla nascita, al sesso, alla lingua, alla religione

La risposta di Gin Bevilacqua ai fascisti di ieri e di oggi

Chissà che cosa direbbe, oggi, nel settantasettesimo anniversario della sua morte, ai neofascisti che nella notte tra sabato 27 e domenica 28 novembre, hanno sfregiato con croci celtiche e la scritta “Juden” una bottega di via Pia, nella sua Savona, la città in cui trascorse tutta la sua esistenza.

Senza dubbio avrebbe preso una posizione ferma e schietta, com’era nel suo stile. E non avrebbe avuto timore di dire "NO" ad ogni tipo di intolleranza, di qualsiasi genere.

La stessa risposta schietta e degna che invitiamo la cittadinanza di Savona, città medaglia d’oro alla Resistenza, a dare ai nuovi fascisti.

Sono tanti i personaggi dell'antifascismo savonese che meritano di essere ricordati alle giovani generazioni. Ma, fra tutti, Angelo Bevilacqua - Gin, come lo chiamavano semplicemente gli amici e i familiari - è davvero inarrivabile. Tutti i ragazzi di oggi dovrebbero conoscerlo, perché nel corso della sua breve esistenza seppe incarnare al meglio i valori e gli ideali di libertà di un'intera generazione.

Nato nel 1895, in un'Italia arretrata, in cui gran parte della popolazione era priva di diritti, credette fermamente nel possibile avvento di una società diversa, dove non sarebbero esistite differenze di classe tra gli uomini, dove nessuno avrebbe dominato i più deboli e la solidarietà sarebbe diventata l'unica legge autentica che avrebbe regolato i rapporti tra gli individui. Si iscrisse al Partito Socialista, passando poi, nel 1925, al Partito Comunista.

Gin era un uomo semplice, non aveva titoli di studio, ma possedeva un fascino e un carisma autentici, sapeva parlare al cuore delle persone, e per questo tanti Savonesi l'avrebbero amato e avrebbero avuto in lui un saldo punto di riferimento.

Portuale dapprima, poi operaio all'ILVA, comprese immediatamente da che parte schierarsi e lo fece senza esitazioni di sorta. Schedato come sovversivo, venne arrestato nell'aprile 1934 per la sua appartenenza al Comitato Federale del Partito Comunista. Nel corso dell'interrogatorio che dovette subire, in Questura, venne picchiato e umiliato, ma affrontò i suoi aguzzini a testa alta, con dignità e forza di volontà. Scontò tre anni di carcere e a fatica, quando fu rilasciato, riuscì a ottenere di poter tornare all'ILVA. Nuovamente arrestato nel 1942, scontò altri quattro mesi di carcere a Sant'Agostino.

La mattina del 27 luglio 1943, tenendo uno storico discorso dal palazzo del Comune di Savona, all'indomani della caduta di Mussolini, parlò alla cittadinanza chiedendo l'instaurazione della Repubblica, la pace immediata e la fine della guerra. Unitosi ai partigiani, il 25 settembre successivo diede vita al gruppo partigiano Stella Rossa nei pressi di Piana Crixia, entrando così nella Resistenza con il nome di battaglia di Leone.

Nel febbraio del 1944 divenne il Commissario Politico del Distaccamento Francesco Calcagno e, a partire da allora, iniziò a formare alla lotta partigiana numerosi giovani saliti sulle montagne savonesi per opporsi al nazifascismo. Aveva quasi cinquant'anni, ma affrontò quei duri mesi con la vitalità di un ragazzo: finalmente poteva combattere a viso aperto il nemico di una vita.

Catturato sul Bric Camulera, nei pressi di Osiglia, dai militi repubblichini della Banda Ferraris insieme ad altri tre compagni nella serata del 28 novembre 1944, subì orribili sevizie e torture, fino all'alba del giorno successivo. Prima di finirlo, il Capitano Ferraris gli chiese: "Sai cosa ti aspetta?" Gin gli rispose: "Quello che sta per succedere a me può accadere a te domani, con una differenza: che io conosco il motivo perché muoio. Tu non lo saprai mai".

Un saluto affettuoso, Compagno Gin.

Un gruppo di antifasciste e antifascisti savonesi



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